In Francia, a nord di Parigi, va in scena un brutto spettacolo: una banda di cacciatori attacca un cervo, salvato dagli animalisti.
Molti i dibattiti sulla caccia. Inutile nascondersi dietro un dito. Alcuni la desiderano a tutti i costi, altri (giustamente) la vogliono abolire del tutto. Il discorso, anche molto furbescamente, è sempre legato alle tradizioni. Forse, però, sarebbe arrivato il momento di chiedersi se le tradizioni sono giuste o sbagliate, e se vale la pena combatterle. Quello dello sport, sulla caccia, è, invece, un discorso che non regge più, semmai avesse avuto qualche fondamento in passato.
Molto peggio è il momento in cui quando a cacciare sono un branco di biforchi contro un povero esemplare indifeso. Allora, esce il peggio del peggio degli esseri umani che, spesso e volentieri, coinvolgono in questa orribile attività anche altri animali: come i cani. Una lotta che si ritrova in moltissime notizie, come quella di oggi che ha visto protagonista un cervo. In Francia un branco di cacciatori lo aveva accerchiato pronto per farlo attaccare dai cani. Solo l’intervento degli attivisti e animalisti ha fatto sì che le cose non peggiorassero. Rimane sempre, però, il grande e famoso “Ma”.
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Attimi di tensione, se non di panico. Il cervo braccato in tutti i sensi, da coloro che forse non dovremmo chiamare nemmeno uomini, casca a terra. Forse è il momento dell’atroce verità, ma…arrivano gli animalisti di della città di Compiègne, a nord di Parigi, luogo dove si stava per consumare la tragedia.
A cambiare il suo destino sono stati i ragazzi del gruppo anti-caccia AVA. Quest’ultimi hanno tenuto lontano i cani e “invitato”, a gran voce, a sloggiare dal posto prima che potesse nascere anche un forte scontro tra le due frazioni. La scena si è fatta sempre più intensa e le persone sono accorse sul posto. Così i cacciatori hanno battuto in ritirata e il cervo è scappato via con le sue ultime forze, nelle terre selvagge della Francia, il suo habitat naturale.
In Italia, ultimamente, per affondare il colpo contro i cacciatori del nostro Paese, si era fatto sentire anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: quest’ultimo era andato, personalmente, a sincerarsi delle condizioni degli orsi “cacciati” per tutto l’arco dell’estate.
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