A Francavilla, in provincia di Chieti, la battaglia contro i ‘padroni sporcaccioni’ diventa ancora più senza quartiere dopo che la Polizia Municipale ha deciso di avvalersi addirittura dell’aiuto fornito dalle analisi del dna prelevate dai campioni delle feci degli animali lasciate sul suolo pubblico e non raccolte dai rispettivi padroni, come invece l’etica e la Legge impongono. Siccome questo malcostume continua ad essere ancora diffuso, alle autorità non resta che rispondere con soluzioni anche drastiche e che possono sembrare all’occhio del pubblico estreme. Ma la volontà da parte di chi di dovere è quella di scoraggiare eventuali comportamenti incivili per tutelare il decoro pubblico. Nel comune abruzzese alcuni volontari hanno seguito un apposito corso di formazione a carico della stessa Polizia Municipale, ed ora hanno ricevuto la giusta preparazione per coadiuvare gli agenti per le strade ed individuare casi contestati.
L’assessore Marinelli fa sapere che da tempo il Comune ha inoltrato una richiesta alla Regione per provvedere a modificare la legge 86/1999 con l’inserimento dell’istituzione di una banca dati genetica attraverso la quale poter rintracciare in poco tempo i cani ed i rispettivi padroni. La cosa comporterebbe certamente delle spese non indifferenti, soprattutto se inquadrato come risposta da poter ritenere eccessiva in relazione al mancato utilizzo della paletta per raccogliere le deiezioni del proprio quattrozampe. Il fatto è che Francavilla richiama molti turisti in estate, e non si vuole in alcun modo compromettere l’immagine della città.
E’ stata fatta partire una campagna di sensibilizzazione in questo senso, e la locale amministrazione ha anche provveduto a far installare un numero maggiore di raccoglitori di bisogni canini, ma la cosa che davvero può fare la differenza è il comportamento dei padroni. Anche perché per chi verrà colto sul fatto a non adempiere al proprio dovere scatteranno sanzioni immediate di 150 €, secondo quanto previsto dalla Legge. Ma anche altrove in Italia si era pensato di avvalersi del test del dna per combattere la maleducazione degli improvvidi padroni di cani.