Festa islamica del sacrificio: la macellazione rituale sotto ai riflettori degli animalisti
Ci sono molte ricorrenze nell’ambito delle quali si compiono dei veri e propri massacri di animali. Che sia per tradizione o per religione, si tratta di occasioni in cui viene perpetrata la sofferenza degli animali.
Tra queste festività, vi è la cosiddetta festa del sacrificio, in ricordo sacrificio di Abramo, che si svolge nei giorni del Eid al-Adha e che per le culture islamiche comporta il sacrificio di un ovino, un caprino, un bovino o un camelide.
Come ogni anno, a ridosso della festa islamica, le associazioni sono sul piede di guerra, nel ricordare la crudeli modalità con le quali vengono uccisi gli animali.
In un comunicato, Lorenzo Croce, presidente di Aidaa, ha voluto ricordare che “in Italia sono circa mezzo milione gli animali che oggi vengono sgozzati e lasciati morire dissanguati tra atroci sofferenze”.
Croce ha tenuto a specificare che la regione Lmbardia è quella con una maggiore concentrazione dove risiedono circa 400.000 musulmani per cui si prevede che “saranno uccisi e mangiati circa 120.000 animali”.
“Il governo dovrebbe mettere un freno a questa barbarie cosi come dovrebbe mettere un freno alle uccisioni rituali per le pasque cristiane ed ebraiche è vero che la legge ammette queste macellazioni cruente,ma purtroppo molte di queste si svolgono anche da noi in maniera illegale, ci auguriamo che i controlli nelle zone ad alta densità musulmana nelle grandi città siano rigorosi per stroncare le macellazioni clandestine che spesso avvengono anche davanti ai bambini”. Ha dichiarato Croce.
Sul tema è intervenuta anche la deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali. La Brambilla ha ricordato di aver depositato nelle scorse settimane una proposta di legge (AC 869) “per rendere obbligatorio lo stordimento”, nel caso della “macellazione rituale”.
“E’ tempo di rivedere le norme sulla macellazione rituale. Il principio della libertà religiosa è intangibile, ma non può giustificare sofferenze evitabili per gli animali”.
E’ quanto ha dichiarato la deputata, spiegando come alcuni Stati membri dell’Unione europea non autorizzano la macellazione rituale senza stordimento come la Slovenia, la Svezia, la Danimarca, mentre nelle Regioni Fiandre e Vallonia (Belgio).
C.D.
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