LEAL Antivivisezionista della sezione di Ferrara è venuta a conoscenza di un atto gravissimo perpetrato ad inizio anno da un uomo con l’aiuto di un suo collega di lavoro: i due hanno ucciso infatti in maniera del tutto deliberata il cane che apparteneva al primo, sparando a bruciapelo all’animale con diversi colpi di fucile. Il fatto si è verificato a Bondeno, in provincia di Ferrara, lo scorso 2 gennaio, e la scena del delitto è l’impianto industriale dove entrambe queste persone lavorano.
Ad accorgersi di quanto accaduto è stato un altro membro del personale, quando purtroppo il cane era già stato barbaramente ucciso ed i due aguzzini stavano per nascondere il corpo dello sfortunato quattrozampe in macchina. LEAL ha affermato di volersi costituire parte civile nel processo e denuncia l’ennesimo atto di incredibile violenza ai danni di un povero animale indifeso, augurandosi che la giustizia punisca in maniera esemplare chi ha fatto tutto questo.
Ad esprimersi sulla vicenda è anche Stefania Corradini, la responsabile della sezione ferrarese di LEAL, che in un comunicato ha scritto: “Sparare ad un povero cane con un’arma da fuoco così, come se niente fosse, è un qualcosa che suscita indignazione. Da quanto saputo, il cane vittima di tutto ciò non aveva mai manifestato sintomi di aggressività ed il fatto che sia stata proprio la persona che lo ha accudito per diverso tempo a togliergli la vita lascia esterrefatti e sdegnati al tempo stesso”.
“Nell’attesa che si faccia luce sulla dinamica dell’accaduto e sulle motivazioni (se ce ne sono) che hanno portato al brutale gesto, tanto più grave perché sono coinvolte due persone, ci chiediamo perché una notizia così grave viene resa nota a più di un mese di distanza. Perché la vittima era “solo” un cane? Uno dei tanti che subiscono maltrattamenti, sevizie, torture e infine la morte, causate volontariamente da esseri umani non degni di questo nome e che sempre più riempiono le cronache? Quei poveri animali non li vedremo più, ma è insieme a questi carnefici che saremo costretti a convivere?”.
“Non solo. L’accaduto solleva il problema della concessione del porto d’armi, in particolare quello ad uso venatorio, per il cui rilascio è richiesto il possesso di precisi requisiti psico-fisici. Si può definire psichicamente stabile chi si getta all’inseguimento del proprio cane con un fucile da caccia, legalmente detenuto, per poi sparare senza esitazione? Chi uccide in tal modo può rivolgere quell’arma contro chiunque!”.
“La mia sezione organizzerà a partire dai prossimi giorni dei sit-in di protesta davanti al Consorzio per chiedere all’azienda di prendere gli opportuni provvedimenti nei confronti dei due individui. Come associazione che difende i diritti degli animali invitiamo a una profonda riflessione a tutti i livelli sociali e istituzionali”. Qualche giorno fa un altro cane è stato barbaramente ucciso, lasciando una intera comunità in preda alla tristezza.
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