Ha lasciato morire un centinaio di animali nella fattoria
Si è trattato di uno dei peggiori casi di maltrattamento, crudeltà e uccisione di animali negli ultimi anni. Una vera e propria strage registrata in una fattoria a Pilning, vicino a Bristol, nel Regno Unito. A distanza di 3 anni dal ritrovamento degli orrori, finalmente si è svolto il processo con la condanna dell’allevatore.
Nell’azienda soprannominata la “fattoria degli orrori” vennero ritrovati decine di animali in condizioni pietose, molti dei quali morti e sepolti dal fango, altri talmente scheletrici da non reggersi in piedi.
Carcasse di pecore e maiali morti di fame, lasciate decomporsi nei recinti. Cadaveri di cavalli rinvenuti nell’area dei maiali, mangiati e decomposti. Sul posto, gli ispettori trovarono uno scenario agghiacciante, come la carcassa di un cavallo morto dopo essere rimasto intrappolato con la zampa nel filo spinato, altre due carcasse di cavalli all’ingresso del cancello.
Il titolare dell’azienda, Mark Downes, 50 anni, è stato condannato per ben 22 capi di accusa relativi a violazioni del benessere degli animali, tra cui il reato di gravi negligenze di 40 cavalli che l’allevatore aveva liberato dal recinto.
L’uomo è stato condannato a 8 mesi di carcere e non potrà più detenere animali da reddito per il resto della vita. Gli animali ancora in suo possesso sono stati affidati ad un allevamento vicino.
Il giudice ha ritenuto un attenuante per l’allevatore ovvero che la crudeltà e l’abbandono degli animali non erano voluti. Per il giudice l’allevatore non era semplicemente all’altezza del suo compito.
Per la Rspca, società di protezione animali, si è trattato invece di un caso di negligenza e di crudeltà. “Le condizioni erano spaventose. Dalla decomposizione dei cadaveri, non si tratta di un fatto accaduto di recente”, ha specificato l’ispettore della Rspca.
Un caso simile è stato registrato in Spagna dove venne effettuato un maxi sequestro di 250 capre in un allevamento. Il titolare dell’azienda non aveva più soldi e stava lasciando morire le povere bestie, senza acqua e cibo.
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Casi di crudeltà che non dovrebbero di certo avere attenuanti in quanto le condizioni stesse degli animali sono un palese campanello d’allarme per i titolari. Animali vittime dell’indifferenza, condannati ad una morte lenta e dolorosa.
C.D.
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