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Fase 2: riaprono le attività ma non per i dog sitter che chiedono di lavorare

Fase 2: con la riapertura progressiva delle attività anche i dog sitter chiedono di lavorare

Dopo due mesi di lockdown, con le norme introdotte per limitare gli spostamenti e la chiusura delle attività, il Governo ha annunciato la fase 2 con la progressiva riapertura alle attività produttive a partire dal 4 maggio. Una situazione che sta gravando sui cittadini, lavoratori e imprenditori. La Regione Liguria ha emanato un’ordinanza con la quale recepisce le direttive del Governo e al contempo ha fornito un piano dettagliato riguardante la fase 2, specificando le attività che potranno ripartire. La Liguria ha tenuto conto di molte realtà legate al settore animali nella fase.

Nella Fase 2, viene ricordato dalle associazioni animaliste è lecito l’accudimento di uno o più animali per garantire il loro benessere psicofisico (cibo, trasporto dal veterinario con certificato del veterinario). In tal senso, sarà sempre necessaria una autodichiarazione, mascherina e guanti per gli spostamenti in un altro comune e per “assoluta urgenza” o per “motivi di salute”. Tuttavia, saranno riaperti i parchi e giardini pubblici con regole specifiche per l’accesso e restano invariate le disposizioni per le attività di vendita di cibo, materiali per animali, servizi e farmaci veterinari mentre sono ampliate le attività produttive e commerciali nel settore pet.

Regione Liguria e attività con gli animali

Con un’ordinanza regionale, nel rispetto delle norme sul distanziamento sociale e igenico sanitarie collegate al rischio di contagio coronavirus, possono riaprire in Liguria: maneggi, negozi per animali, servizi di toelettatura oppure centri cinofili di addestramento di cani nelle aree autorizzate. Tuttavia, è stato fatto presente, che l’ordinanza non ha tenuto conto della categoria professionale dei dog sitter.

I dog sitter sono dei professionisti o amanti degli animali che svolgono diverse mansioni per quanto riguarda la gestione di animali domestici e nello specifico dei cani. Portano a spasso i nostri 4zampe quando il padrone ha un impegno. Sono stati anche fondamentali in piena crisi pandemia, offrendo il loro supporto ai cittadini in quarantena o ricoverati in ospedale e che erano impossibilitati a portare fuori i loro cani.

Il monito giunge da parte di Cristina Perri, titolare di Professional Dog Sitter, un’attività individuale che offre diversi servizi per cani e gatti. Perri ha denunciato al quotidiano online Genova24h l’incoerenza dell’ordinanza che non ha incluso i dog sitter.

“Io ho una partita Iva, verso i contributi all’Inps, pago le tasse all’agenzia delle entrate. Ringraziamo il presidente Toti per aver dato la possibilità a migliaia di persone di lavorare con la toelettatura, grazie a nome di chi ama gli animali. Ma la nostra categoria non è stata presa in considerazione. Chiediamo solo di poter tornare a lavorare perché i rischi, nel nostro caso, sono minimi”, commenta Perri.

La titolare ha poi voluto ricordare che l’attività di dog sitter ha anche una specifica inquadratura con un codice Ateco 96.09.04, che comprende i “servizi di cura degli animali da compagnia” che prevede la presa in pensione toelettatura, addestramento, custodia nei canili.

Ecco perché, la Perri ha sottolineato che la carenza nell’ordinanza della Regione Liguria che ha dato il via libera agli “esercizi di toelettatura” e all’addestramento nelle “aree autorizzate”, senza considerare i dog sitter.

Dog sitter: pochi rischi di contatto

Pulire un cane dopo la passeggiata (Foto Flickr)

In tal senso, rispetto alla situazione attuale, la stessa Perri ha voluto rassicurare sui rischi di contagio e sul tema del rispetto del distanziamento sociale.

“Il rischio di contatto con altre persone è bassissimo. Di solito abbiamo le chiavi di casa dei nostri clienti, quindi spesso non li incontriamo nemmeno. In pochi secondi prendiamo il cane al domicilio, il suo svago non è in città, ma in posti fuori dalla città e talvolta privati. Poi disinfettiamo il guinzaglio e lo riconsegniamo. Così come me lavorano tanti altri colleghi che non metterebbero a rischio la sicurezza loro e dei pochi contatti che avrebbero”.

L’appello è dunque rivolto alle istituzioni affinché le ordinanze considerino l’attività di dog sitter ricordando che si tratta di una professione fondamentale e utile soprattutto perché offre un supporto alle famiglie che torneranno a lavorare.

Molte persone che lavorano si affidano ai dog sitter per la cura del cane nell’arco della giornata per garantire il benessere psicofisico dell’animale con le passeggiate, piccole attenzioni che non lo fanno sentire solo tutto il giorno, in assenza del padrone.

Tanto che, è la stessa Perri a ricordarlo, concludendo che “il nostro lavoro è un supporto fondamentale per il benessere degli animali ed è per i lavoratori un servizio essenziale”.

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C.D.

lotta75

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