Una sentenza storica che arriva alla vigilia della manifestazione nazionale a Sangineto, in provincia di Cosenza, per chiedere un inasprimento delle pene nei confronti di chi maltratta e uccide animali, in un luogo dove la scorsa estate un gruppo di ragazzi hanno impiccato e ucciso a bastonate un povero randagio, filmando tutta la scena.
Il tribunale di Massa ha condannato un ex cacciatore a sei mesi di carcere per “uccisione volontaria” e dovrà anche risarcire la Lega per la difesa del cane che nel processo si è costituita parte civile.
I fatti risalgono al 2014, quando il vicino di casa del proprietario del cane, un bretone di 10 anni, segnalò le tragiche condizioni in cui verteva il povero animale che era stato legato ad una catena e aveva il corpo invaso dalle zecche. Immediato il sequestro ad opera della Lega per la difesa del cane. Zeus era così deperito che non riusciva a camminare. Venne affidato al canile comunale di Montepepe dove, nonostante le cure, è deceduto a distanza di qualche giorno per un’embolia polmonare.
La procura aveva chiesto che la salma del cane rimanesse a disposizione dell’autorità giudiziaria per sottoporla ad autopsia in quanto la morte del cane aggravava la posizione del proprietario che era stato denunciato per maltrattamenti.
A distanza di due anni dalla drammatica vicenda, il proprietario è stato condannato dopo che il Tribunale ha evidenziato che il cane era stato curato fino a quando era utile nella pratica venatoria, per poi essere stato lasciato in una gabbia di uccelli, legato, esposto alle intemperie, senza cibo.
Zeus è morto di fame e dalle infezioni provocate dalle condizioni fisiche al quale era stato ridotto.
L’avvocato Michele Pezone, Responsabile diritti animali Lndc ha commentato che si tratta di “una sentenza storica: ci sono state infatti altre sentenze di condanna per maltrattamenti e conseguente morte ma non per uccisione volontaria come stabilito nel caso di Zeus dal tribunale di Massa”.
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