Esenzione dai tributi comunali se adotti un cane in canile: come, dove e per chi

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By Elisabetta Guglielmi

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L’ordinanza del sindaco di Delia per far fronte all’emergenza randagismo in Sicilia: esenzione dai tributi locali per chi adotta un cane da un canile del territorio.

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Cucciolo di cane randagio (Foto di Fabián Ramírez da Pixabay)

Il randagismo sta diventando un fenomeno sempre più diffuso in tutta Italia. Dopo un decennio in cui la situazione sembrava stesse migliorando, negli ultimi anni è stato registrato un notevole incremento di cani randagi, tanto che secondo alcune stime il numero degli animali che vivono in strada ammonterebbe in media a circa 600 mila esemplari (dati ricavati dai rapporti sul randagismo delle associazioni animaliste come la Lega anti vivisezione – LAV e l’Ente Nazionale per la Protezione Animali – ENPA). Tra le regioni più colpite da questo fenomeno si annovera la Sicilia, dove il randagismo sta diventando sempre più complesso da gestire. In una recente intervista rilasciata a Kodami dal sindaco di Delia Gianfilippo Bancheri, nell’articolo Emergenza randagismo a Delia, il Sindaco: “Esenzione da un tributo locale per chi adotterà un cane del territorio”, vengono raccontate le difficoltà di questo comune in particolare e della Sicilia in generale.

Adottare un cane da un canile può essere davvero conveniente: l’ordinanza del sindaco per le esenzioni

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Cani randagi (Foto di Nyamdorj da Pixabay)

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Il sindaco di Delia (un comune del libero consorzio comunale di Caltanissetta in Sicilia) ha indirizzato una lettera al neo presidente della Regione Schifani per chiedere che venga riservata una maggiore attenzione al fenomeno del randagismo avanzando una proposta di istituzione di un micro Fondo a destinazione vincolata messo a disposizione dei Comuni per affrontare le ingenti spese destinate agli animali randagi. Nella lunga intervista rilasciata a Kodami, il Primo cittadino Bancheri ha focalizzato l’attenzione sulle ragioni per le quali il randagismo sta diventando un fenomeno sempre più difficile da gestire, ricordando che uno dei motivi principali riguarda «gli incivili, cittadini che adottano o acquistano un cane credendo che questo sia un peluche e che quindi non comporti alcuna responsabilità. Poco tempo dopo si stancano perché magari non sono in grado di vivere con l’animale e “risolvono il problema” con l’abbandono. Se è già complicato controllare e monitorare i cani liberi del territorio, il fenomeno dell’abbandono da parte dei privati sicuramente non aiuta, anzi incrementa le nascite incontrollate e ostacola il lavoro delle amministrazioni comunali nella gestione del randagismo».

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Il sindaco prosegue spiegando che in comuni agricoli come Delia i cani, spinti dalla fame, si spostano dalle campagne verso il centro abitato, formando branchi che diventano difficili da gestire e monitorare. La mancanza di fondi messi a disposizione dei Comuni, poi, non permette di affrontare la situazione nel modo più adeguato. Nonostante le difficoltà, il Comune di Delia ha messo in atto numerose operazioni di microchippatura gratuita finalizzate al censimento dei cani randagi e di quelli dei privati che non sono iscritti all’anagrafe canina (che non rispettano quindi l’obbligo legale). Coadiuvato dall’Asp, il Comune ha «usufruito della previsione legislativa che consente di accalappiare un cane, sterilizzarlo e reimmetterlo in territorio». Nonostante i numerosi interventi, il problema naturalmente persiste ancora ed è necessario un grande lavoro da parte di tutti per risolverlo. Il Sindaco prosegue il suo discorso affermando che continueranno ad avvalersi «della legge regionale 15/2000 la quale ci permette di recuperare i cani, ricoverarli presso le strutture, sterilizzarli, microchipparli e poi reinserirli in territorio, nelle zone in cui sono stati precedentemente prelevati».

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Uno degli interventi previsti dal Comune più significativi sarà l’esenzione per la durata di tre anni da un tributo locale per chiunque adotterà un cane di Delia, «non solo cani che attendono in canile la loro occasione di vita, ma anche i cosiddetti cani di quartiere, ossia cani che sono stati già microchippati e sterilizzati a spese del Comune e che hanno semplicemente bisogno di vivere in una determinata zona controllati da chi vorrà occuparsene». Kodami introduce poi il problema dell’aumento degli episodi di avvelenamento di cui i cani sono stati vittime. Il Primo cittadino condanna fermamente questi gesti, ricordando che i «criminali che commettono tali atrocità vanno segnalati alle autorità e sottoposti alle sanzioni previste dalla legge». Delia è, del resto, un comune sottoposto totalmente a videosorveglianza, quindi è stato sempre possibile risalire agli autori dei crimini commessi. Gianfilippo Bancheri spiega poi come a Delia i cani segnalati come randagi vengano ricoverati presso il canile di Montedoro per il tempo necessario alle operazioni di microchippatura e sterilizzazione; in seguito il cane verrà o adottato o in alternativa reimmesso in territorio, diventando così un cane di quartiere. Vien inoltre ricordato che a Delia non esistono associazioni di volontariato animaliste, sono i volontari ad agire individualmente. Nella lettera inviata al presidente della regione Sicilia, il Primo cittadino ha chiesto l’istituzione di un micro Fondo a destinazione vincolata che possa consentire di tutelare gli animali del territorio, perché tutti gli esseri viventi «meritano grande rispetto e attenzione». Iniziative come quelle proposte relative all’esenzione dai tributi sono volte proprio a invogliare le persone ad accogliere nelle loro case un animale randagio, in modo da potergli donare l’amore e l’affetto che, come tutte le creature viventi, merita e ha il diritto di ricevere. (di Elisabetta Guglielmi)

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