Quella delle esche per topi è una pratica molto conosciuta: in Liguria, però, ha portato a duna “giusta” beffa e a ripensare il programma.
Cerchiamo di eliminare il problema creando un altro problema. Questo è uno dei tanti dilemmi che attanaglia l’essere umano da sempre. Spesso, però, qualcuno ha ipotizzato che forse per disinnescare un problema è giusto andare a fondo, non fermandosi alla prima e superficiale soluzione che ci viene in mente e prendere in considerazioni vari modi da poter attuare. Alla fine, solamente al termine di tali ragionamenti, mettere insieme una specie di “mappa” per vedere quale soluzione può rendere migliore la vita di tutti quanti.
Facile a dirlo, purtroppo difficile ad applicarlo. Anche qui, piccola parentesi. Non è un “facile a dirlo” è un ragionamento che tutti dovremmo compiere se teniamo alla salute di ogni aspetto che ci circonda giorno dopo giorno, nel nostro quotidiano. Cosa, questa, che capita anche nel mondo animale. Alcune volte, per salvare alcuni dei nostri amici a quattro a zampe, immettiamo un meccanismo perverso che ne nuoce altri, per poi, magari e infine, nuocere il nostro stesso amico a quattro a zampe. Un esempio calzante sono le varie esche per topi lasciate agli angoli delle strada. Un metodo vecchio, antico e obsoleto che non riusciamo proprio a superare e che “giustamente” alla lunga può recare dei danni da non sottovalutare.
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Quest’oggi siamo in Liguria e l’argomento principe, come poc’anzi accennato, sono le esche per topi, lasciate agli angoli della strada. Anzitutto c’è da fare un ragionamento: se una città o un’intera regione si popola di topi, che magari vengono su proprio dai tubi delle fognatura, il problema è a monte e non a fine. Per meglio dire: è la gestione della città che dovrebbe essere rivista, non la presenza di topo che, sì potrebbe portare qualche problema, ma non è il problema in sé.
Ricordate cosa avevamo scritto sopra: una “mappa” da poter utilizzare per cercare di capire, al meglio delle nostre possibilità, quale soluzione adottare nei confronti di un problema quale potrebbe essere anche l’alto numero di topi nelle nostre città. E invece no: ci limitiamo a mettere delle semplici esche per attirarli, magari ucciderli e dire che il problema è risolto. Ma cosa succedere quando non si risolve un problema o magari capita un imprevisto di mezzo?
Succede che qualcuno, che non ha un gran senso civico, può prendere a calci queste scatolette aventi al loro interno cibo avvelenato per topi. È successo in Liguria, esattamente nel capoluogo: Genova. Qualcuno ha iniziato a prendere a calci (non di certo per mettere in atto un gesto di sana ribellione) queste scatolette. Una volta aperte, quest’ultime si riversano ai bordi delle strade e diventano un vero pericolo sia per i bambini, ma soprattutto per i nostri cani. Quest’ultimi possono addentare il cibo e, come si dice nel linguaggio popolare (per far capire il vero senso del problema), “rimanerci secchi”.
A breve, grazie anche all’intervento delle forze dell’ordine e delle autorità competenti, verranno individuati i colpevoli di questi “calci alle scatolette”. Ma il problema delle esche verrà mai risolto?
Davide Garritano
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