Molte storie ci mortificano per il modo in cui gli animali vengono maltrattati nell’indifferenza generale. Eppure, in ogni angolo del mondo c’è chi si batte per la loro tutela e spesso non guardiamo al loro operato. Tra le organizzazioni più note, vi è l’Animal Aid India che si trova ad operare in un territorio difficile dove la povertà affligge la popolazione. In un contesto simile, gli animali molto spesso vengono lasciati in balia di loro stessi. Al di là della religione islamica, prevalente in alcune parti dell’India per la quale i cani sono esseri impuri, la popolazione è soprattutto limitata per le scarsità economiche, lottando ogni giorno per la propria sopravvivenza. Ecco perché non vale la pena discriminare una realtà, già di per sé fortemente colpita da un sistema che non ammette debolezze quanto invece si rivela più utile lavorare per costruire una realtà migliore che si poggia sulla solidarietà. E’ quanto stanno cercando di fare i volontari e lo staff di Animal Aid che con i loro interventi da qualche anno stanno anche sensibilizzando la popolazione sul tema del rispetto degli animali. Non a caso, sempre più persone si rivolgono all’organizzazione, segnalando casi di animali in pericolo.
Tra questi, è stato diffuso recentemente un caso che in apparenza poteva sembrare disperato. Nonostante ciò i volontari non si sono persi di animo e come sempre si sono dedicati anima e corpo per aiutare una creatura in pericolo. Si tratta di un cane, gravemente ferito al collo, con un’infezione che lo stava letteralmente uccidendo. Il randagio, in cerca di aiuto, aveva trovato rifugio in un canale di scolo, al bordo di una strada, dove molto probabilmente aveva deciso di lasciarsi morire. Arrivato allo stremo delle sue forze, il povero animale che non era più in grado di nutrirsi, totalmente deperito, non riusciva più a muoversi quando sul posto sono giunti i volontari grazie ad una segnalazione.
Lo staff di Animal Aid racconta che sembrava che quel cane avesse perso qualsiasi speranza, trascinandosi fino a quel punto dove le forze lo hanno poi abbandonato. Secondo quanto ha riferito il veterinario del centro che lo ha curato, quell’esemplare sarebbe morto da lì a due ore se non fosse stato recuperato dai volontari. Una corsa contro il tempo e una terapia intensiva durante ben sei settimane. I primi giorni, gli stessi volontari avevano perso un po’ di speranza, temendo il peggio per quel tenero randagio. Ma dopo qualche giorno, ha iniziato a reagire al trattamento e l’enorme ferita al collo stava lentamente guarendo dalla grave infezione. Dopo sei settimane quel randagio quasi morto è tornato alla vita. La dolce Shanti, timorosa delle persone, è riuscita anche a superare la paura grazie alle attenzioni di un volontario che ha saputo con la dolcezza, conquistarsi al sua fiducia.
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