Come più volte sottolineato in diversi approfondimenti, le malattie dei cani o gatti, chiamate “zoonosi”, non sono trasmissibili all’uomo. Tuttavia, ci sono alcuni batteri che le persone potrebbero contrarre dai nostri amati compagni a 4zampe entrando in contatto con le loro feci o le loro urine. Ci sono delle accortezze spesso suggerite dagli esperti che minimizzano le possibilità di contrarre alcune infezioni che sono quasi nulle se gli animali sono regolarmente vaccinati.
Tuttavia, negli Stati Uniti si sta verificando un fatto allarmante e alquanto anomalo. Secondo le indiscrezioni trapelate dai media locali, si registra una vera e propria epidemia d’infezione da Campylobacter. Infatti, una quarantina di persone sono state ricoverate in ben sette stati con sospette infezioni di batteri Campylobacter, che possono causare diarrea, dolori addominali e febbre alta. La sintomatologia avrebbe una durata di circa una settimana.
Ovviamente sulla vicenda è stata immediatamente avviata un’inchiesta e le autorità competenti sono risalite alla causa della diffusione dell’epidemia che sarebbe stata provocato da dei cuccioli venduti nella catena di negozi di animali Petland, in Ohio.
Il batterio campylobacter può infettare cani, gatti e umani e più comunemente si diffonde attraverso la carne cruda o non cotta. Secondo gli esperti questo batterio non può essere trasmesso da persona a persona ed è molto difficile anche da animale a uomo. Tuttavia, solo nel caso in cui le persone entrano in contatto con le feci dell’animale e non vengono attuate pratiche igeniche comuni come il lavarsi le mani, è possibile che si diffonda il batterio all’uomo.
Ed è sicuramente quanto sta accadendo in questi giorni negli Usa e avrebbero accertato le autorità che hanno appunto individuato il focolaio della diffusione del batterio campylobacter. Non a caso, ben dodici persone infette sarebbero proprio dei dipendenti della catena di negozi Petland e in altre 27 casi, le persone affette avrebbero visitato un negozio Petland o acquistato un cucciolo dalla catena di vendita di animali.
La società ha subito collaborato con le autorità. Tuttavia, la direzione ha tenuto a rendere noto che “al momento non è stato ancora individuato il problema nel sistema operativo che abbia portato all’infezione da Campylobacter”. L’azienda si è ovviamente impegnata ad introdurre e a far rispettare le norme igenico sanitarie per contenere la diffusione del batterio fino a quando non sarà individuata l’origine. Per prevenzione, la direzione di Petland ha invitato i propri dipendenti e gli acquirenti di usare salviette monouso per pulire il proprio cane e di portarlo regolarmente dal veterinario.
Shelley Rankin, professore associato di microbiologia presso la scuola di medicina veterinaria dell’Università della Pennsylvania, ha tenuto a ricordare che il rischio più grande è che si tratta di cuccioli. Rankin ha spiegato che i cucciolo come per i bambini non hanno un sistema immunitario molto sviluppato e possono più facilmente ammalarsi.
L’infezione fortunatamente non è grave e da un punto di vista statistico di media si tratta di 14 casi su 100mila persone all’anno.
C.D.
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