Dopo il massacro delle isole Faroe (clicca qui) è iniziata in Giappone la mattanza dei delfini nella baia di Taiji. Secondo quanto hanno riferito le principali organizzazioni che si occupano della tutela delle specie marine, la Sea Shepherd e il Dolphin Project diretto da Richard O’Barry, questa mattina sono già stati uccisi almeno due delfini.
In un comunicato la Sea Shepeherd ha spiegato che un gruppo di dieci/quindici delfini è stato intercettato dai cacciatori e in una foto diffusa dal Dolphin Project si vedono almeno cinque esemplari bloccati sotto costa. Inoltre, la fotografia mostra due corpi di delfini trascinati da un’imbarcazione, diretta verso l’area di macellazione.
La caccia è iniziata da una decina di giorni e si tratta della prima uccisione della stagione nella baia, quando i branchi di delfini si spostano verso latitudini più meridionali. Gli animali vengono spinti all’interno della baia tramite le imbarcazioni dei cacciatori che gettano in mare un sistema elettroacustico con suoni nocivi per l’appartato uditivo dei delfini e costringendo gli animali ad andare verso una direzione. Al contempo, viene calata una rete che blocca la fuga dei delfini.
Un gioco al massacro durante il quale molti esemplari vengono lasciati in questa situazione per diversi giorni, preda del panico e del terrore. Tra questi, molti delfini vengono selezionati dagli allevatori per destinarli ai delfinari e dopo un primo periodo di addestramento nelle vasche in mare, i delfini vengono venduti e trasferiti in diversi paesi.
La caccia ai delfini è nata nel 1969 quando il museo dei mammiferi marini di Taiji ha chiesto un primo esemplare da mettere in cattività: da allora, ogni anno, la caccia si apre il primo settembre e oltre alla richiesta dei parchi divertimento e degli acquari vi è anche il consumo locale di carne di delfino.
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