Inviata una lettera al ministro Guerini per far si che gli animali soldato in pensione abbiano l’assistenza sanitaria.
Da mesi alcuni membri delle forze armate stanno dibattendo per un argomento che concerne i cani soldato. Dopo 8 anni di servizio svolto il più delle volte, in territori angusti o di guerra al fianco dei militari, il loro futuro è ancora incerto.
Il Consiglio di Rappresentanza del Comando Logistico dell’Esercito e l’Empa hanno presentato una lettera al ministro della difesa Lorenzo Guerini chiedendo che “venga introdotta nuovamente nel provvedimento correttivo il riordino dei ruoli al vaglio delle commissioni parlamentari, o nel primo veicolo legislativo utile, la nota cancellata che prevedeva l’assistenza sanitaria per i cani in pensione dopo il servizio”.
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Chiunque abbia avuto contatti con questi animali con i gradi li ha descritti come creature altamente preparate coraggiose e temerarie. Alcuni dei migliori elementi hanno prestato servizio in Afganistan e meritano quindi di passare gli ultimi anni delle loro vite in serenità e pace, avendo comunque diritto all’assistenza sanitaria.
Per i militari infatti si tratta di “colleghi a tutti gli effetti” nella lettera presentata si può leggere infatti : “il legame nella storia tra essere umano e cane, nell’esercito è una delle rappresentazioni più ammirevoli. Il successo di moltissime operazioni pericolose, comprese quelle dove sono state salvate delle vite e stato possibile solo grazie alla loro collaborazione”
La presidente nazionale dell’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) Carla Rocchi ha proseguito nella scrittura della lettera asserendo che malgrado le numerose difficoltà e il forte stress a cui sono sottoposti questi animali , i cani hanno sempre continuano a offrire la propria collaborazione agli esseri umani.
Aiutandoli nelle fasi più critiche delle missioni rimanendo sempre leali al proprio conduttore. Nella lettera la presidente dell’ENPA ha definito come “incalcolabile” il debito che il nostro paese ha nei confronti di questi straordinari cani.
La lettera continua elogiando questi meravigliosi eroi di guerra e constatando che sia “un dovere morale” quello di introdurre nuovamente il provvedimento che prevede l’assistenza sanitaria per i cani in pensione.
Solitamente i cani congedati vengono adottati dai propri conduttori, il problema e che dopo il congedo questi quattro zampe perdono qualsiasi diritto di assistenza medica, il che significa, che qualsiasi spesa riguardante la salute di questi animali andrà a gravare sulla famiglia affidataria del cane.
Il Consiglio di Rappresentanza del Comando Logistico dell’Esercito ha aggiunto :”Sono servitori dello Stato ma una volta che si è esaurito il loro ciclo lavorativo restano in stato di abbandono. Bisogna però ricordare che a esaurirsi è il loro lavoro, non la loro esistenza”.
L.L.
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