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Ennesima strage di cani in Sicilia: “Avevano trovato casa, ma sono stati avvelenati”

Strage cani in provincia di Messina

Strage di cani in Sicilia. Morti per avvelenamento

Un dramma che non ha mai fine. Quello del randagismo, dell’abbandono dei cani e delle cucciolate. L’indifferenza delle istituzioni e l’intolleranza di cittadini senza scrupoli.

Siamo a Funari, in provincia di Messina, Sicilia. Una terra dove il randagismo è una piaga. I volontari sono in continua emergenza per provvedere a sfamare, curare e a ricollocare questi esemplari, per toglierli dai pericoli della strada.

Pericoli legati non solo alla sopravvivenza. I randagi sono minacciati continuamente dai rischi avvelenamento o uccisioni barbare come impiccagioni.

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Molti volontari che operano sul territorio con grandi difficoltà denunciano da anni lo scenario drammatico. Centinaia di cani vaganti per strada ai margini di ogni comune. Le istituzioni sono assenti e non provvedono a monitorare o a tenere sotto controllo il fenomeno, magari stanziando fondi per la sterilizzazione, per creare delle strutture di accoglienza per i cani o per campagne di sensibilizzazione e di adozioni.

Avvelenamento cani

Ancora una volta, la Sicilia si macchia di sangue. Dopo il tragico avvelenamento di oltre 120 cani a Sciacca, Animalisti Italiani Onlus denuncia la morte di una decina di cani uccisi per avvelenamento a Funari, in provincia di Messina.

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L’aspetto più drammatico è che questi esemplari avevano trovato adozione.

“Quanto accaduto nel comune di Furnari (Me) ci lascia sgomenti. Dieci cani sono stati avvelenati da un agente fosforico, si sospetta che sia stata utilizzata anche la stricnina, ma sarà l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia a confermare l’agente utilizzato per questo terribile crimine. Queste povere anime avevano trovato casa”.

Scrive in una nota Emanuela Bignami, responsabile nazionale randagismo di Animalisti Italiani onlus.

La Bignami ha ricordato che si tratta “dell’ennesima storia di crudeltà contro i nostri amici fratelli senza voce, frutto a volte di un’insofferenza, completamente amorale, per la presenza sul territorio di animali vaganti o indifesi. Questa tragedia deve spingere il Governo a inasprire le pene per chi si macchia di questi atroci reati”.

Randagismo e istituzioni

Una situazione che sta diventando insostenibile da parte degli operatori, lasciati soli a combattere un fenomeno sociale diffuso. Quello di una mentalità e di una cultura della morte.

“Esprimiamo vicinanza e solidarietà all’associazione Animalisti Siciliani Ambiente, che quotidianamente tutela e cura i randagi indifesi del territorio comunale. Il fenomeno del randagismo nel 2018 è aumentato del 9,26%”.

E’ quanto ha sottolineato la Bignami, appellandosi al Governo.

“Diventa urgente che il Ministro della Salute, Giulia Grillo, avvii un Piano nazionale di prevenzione contro questa emergenza. Troppe volte questo problema viene risolto con un macabro e inaccettabile fai-da-te. I cani vaganti vanno sterilizzati, microchippati e iscritti all’anagrafe. Siamo stanchi di vedere canili pieni, serve una campagna di sensibilizzazione per promuovere l’adozione”.

C.D.

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