ENCI Ente nazionale cinofilia italiana il 27/03/20 ha fatto una richiesta da parte di tutti gli allevatori cinofili che attualmente non sanno come comportarsi per la consegna dei cuccioli.
Il Direttore Generale ENCI Fabrizio Crivellari ha quindi fatto richiesta al Ministero della Salute per far si che i cuccioli che erano stati precedentemente prenotati dalle famiglie o a chiunque li richieda al momento di avere la possibilità di di poterli consegnare a domicilio.
Secondo gli allevatori infatti consegnare i cuccioli nei tempi stabiliti è di vitale importanza e la mancata consegna potrebbe compromettere la stabilità futura dei cuccioli.
Solitamente infatti che si tratti di cani o di gatti, i piccoli vengono staccati dal contesto mamma cucciolata dopo 60/ 90 giorni, facendo si che il cucciolo si integri con la nuova famiglia affidataria il prima possibile.
L’impossibilità di inserire subito il piccolo nella nuova realtà famigliare” potrebbe portare a problematiche comportamentali non risolvibili in una fase successiva e che andrebbero a compromettere sia la futura vita dei cani da compagnia che quella dei cani destinati al lavoro o ad attività di servizio”.
Per quanto gli allevatori si stiano impegnando non riescono comunque a sostituire il contesto in cui gli animali sarebbero dovuti essere inseriti.
Per alcuni di loro era infatti previsto il servizio lavorativo nelle forze dell’ordine e per gli altri gli allevatori non possono sostituire il nucleo familiare in cui i cuccioli sarebbero dovuti essere inseriti.
Per tanto è stato richiesto di poter consegnare gli animali calcolandola come “esigenze connesse alla salute ed al benessere degli animali” con consegne da parte degli allevatori a domicilio presso le famiglie o con l’utilizzo di servizi di trasporto autorizzati.
Secondo i vari DPCM emanati sono sospese le attività industriali ad eccezione di alcune vitali per la sopravvivenza degli animali. Quella degli allevatori è un attività che rientra nelle attività agricole che fanno parte delle eccezioni pertanto sono rimaste attive.
Se questa richiesta venisse accettata gli allevatori potrebbero continuare a svolgere nonostante il periodo di crisi profonda in cui ci troviamo la loro attività.
L.L.
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