Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno nelle Marche è stato uno dei comuni più colpiti dalla serie di terremoti che hanno interessato il Centro Italia. Il comune fu devastato dalla scossa del 24 agosto del 2016 e praticamente distrutto da quella successiva del 26 ottobre, per cui il Sindaco evacuò il centro storico. Una cittadina fantasma come molte altre località abbandonate dai cittadini. Con l’arrivo dell’inverno la situazione nei paesi terremotati è drammatica per chi ha deciso di restare e soprattutto per coloro che avevano un ‘attività come un allevamento con il bestiame da custodire. L’emergenza gelo ha contribuito ad accentuare le problematiche di chi è rimasto e lotta ogni giorno per proteggere gli animali, vittime della neve, senza copertura.
In questo scenario, non sono mancate storie di solidarietà come quella di un cavallo, lasciato in balia di se stesso dopo il sisma e che è sopravvissuto per miracolo, continuando ad andare avanti, fino a quando non è arrivato il gelo e l’esemplare si è trovato in difficoltà.
Fortunatamente, la polizia stradale si è accorta di quel povero animale e sul posto è giunto un uomo Carlo Trenta che, sfidando il maltempo ha raggiunto Arquata per soccorrere il cavallo.
“Quando sono arrivato non si muoveva, gli ho dato del fieno e del mais che mi aveva consegnato il Wwf, oltre a dell’acqua. All’inizio era privo di forze, poi fortunatamente si è ripreso e si è rialzato”, ha raccontato Trenta al Tgcom.
Grazie al coraggio di quest’uomo, il cavallo è stato messo in sicurezza e probabilmente non dovrà più sentirsi solo e potrà di nuovo contare su qualcuno per continuare a vivere.
Una storia a lieto fine nonostante la situazione terremotati sia in realtà drammatica ed esemplificativa di un sistema di ritardi.
Ad Ussita, un’allevatrice è stata costretta a riportare il suo bestiame nelle stalle inagibili: “La situazione è drammatica. Le mucche hanno un palmo di ghiaccio sul dorso” ha raccontato la donna, spiegando di avere ben 50 vacche di razza marchigiana, 40 cavalli e un centinaio di pecore.
“Non possiamo tenere gli animali fuori, perché si gela. Così li abbiamo riportati nella stalla, dove c’è una parete pericolante. Stiamo attenti a non avvicinarci e andiamo avanti così” ha poi aggiunto l’allevatrice, spiegando di essere in attesa di una tensostruttura per ricoverare gli animali, ma che fino ad oggi nessuno si è presentato.
Proprio in questi giorni è stato intervistato il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi da Radio Cusano Campus, denunciando come il maltempo stia colpendo gli allevatori, evidenziando che la Regione Lazio ha fatto un bando di gara per le stalle provvisorie ma “purtroppo su 52 stalle 25 sono state cantierate e 27 no. Oggi qualcuno scopre che c’è un’ordinanza del 28 novembre, si affannano tutti per darsi da fare, ma dal 28 novembre al 9 di gennaio passano quasi due mesi. Sei giorni fa è venuto in visita il ministro per l’inaugurazione di una tensostruttura, accompagnato in fanfara, non so se al ministro hanno detto quella che era la situazione”.
Ad oggi solo il 15% delle stalle sono stare consegnate e la stessa Coldiretti ha chiesto al governo di andare oltre alla burocrazia e di recuperare i ritardi nella consegna delle stalle per salvare gli animali che, costretti a stare fuori con il freddo, corrono il rischio di ammalarsi e morire. Fortunatamente, prosegue Coldiretti, “è stata recentemente approvata un’ordinanza che autorizza gli allevatori a comprare direttamente tutto ciò che serve per garantire la continuità produttiva delle proprie aziende a fronte di un rimborso pubblico previsto fino al 100% delle spese sostenute”.
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