Un dato rilevante sull’uccisione degli elefanti è stato fornito dal ministro dell’Ambiente. Diminuite le vittime del bracconaggio.
Ogni giorno tanti animali sono vittime di maltrattamenti, abbandono e addirittura vittime di caccia abusiva, che comunemente chiamiamo bracconaggio.
Il bracconaggio è un serio pericolo per i nostri amici a quattro zampe, in quanto questa caccia a come fine uccidere animali in via di estinzione.
Alcuni si divertono – scusate il termine ma queste persone che praticano questa caccia all’animale lo fanno per puro divertimento – a dare la caccia ad animali come zebre, leoni e addirittura ad animali di grossa taglia come gli elefanti.
Per questi ultimi la vita non è affatto semplice in quanto ogni giorno vengono tenuti in cattività, maltrattati e uccisi. A schierarsi dalla loro parte sono molti animalisti tra cui Sangdeaun Lek Chailert, soprannominata la “sussurratrice di elefanti”.
Questa donna ha la capacità di connettersi con questi animali e il suo costante lavoro per proteggere e salvare la specie in Thailandia sta portando a degli ottimi risultati.
Oggi però non parleremo degli elefanti “vittime” della Thailandia, bensì di quelli che vivono nel Mozambico, Paese dell’Africa Meridionale.
Siete curiosi di sapere di cosa si tratta? Sarà una bella notizia o un altra di quelle storie che trattano di vittime di maltrattamenti? Scopriamolo insieme scorrendo nella lettura del testo.
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Eccoci qui. Oggi solo belle notizie per quel che riguarda gli elefanti del Mozambico. Infatti, in questo Paese africano, secondo gli ultimi sondaggi effettuati e resi noti dalla ministra dell’Ambiente, Ivete Maibasse, il numero degli elefanti uccisi ogni anno dai bracconieri e’ diminuito di circa tre quarti negli ultimi cinque anni.
Un grande passo avanti perché si è passati dai 1.200 del 2014 ai 360 esemplari del 2019. Lo stesso resta un numero che non può passare inosservato, però la diminuzione di uccisioni è di per sé una bella notizia.
La ministra Ivete Maibasse ci ha inoltre informato che la riserva naturale di Niassa, una delle più grandi del Paese africano in questione sota a pochi chilometri dal confine settentrionale con la Tanzania, negli ultimi due anni e dunque dal 2018 al 2020, non ha registrato neanche un decesso di elefante per mano umana.
Ma come mai si è registrato un calo di uccisioni di elefanti? A rispondere alla nostra domanda sarà sempre la ministra Ivete Maibasse la quale alla stampa locale ha affermato che il calo di uccisioni è dovuto “all’energica azione” delle forze di protezione e la particolare attenzione “degli ispettori delle aree protette”. Grazie ai loro sforzi dunque, si è potuto raggiungere questo traguardo.
La polizia del Mozambico, inoltre ha impiegato alcuni degli strumenti più all’avanguardia per difendere gli elefanti. Un esempio il monitoraggio via satellite tramite collare, che ha anche incrementato il controllo sui bracconieri.
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