Sarà presentato alla prossima Mostra del Cinema di Venezia, il film documentario “Eating happiness” (Mangiare la felicità), del regista cinese Genlin, al secolo Hiroshi Horiike, sul tema dell’usanza orientale del mangiare la carne di cane. Secondo il regista non si tratta di un’usanza bensì di una superstizione legata al fatto che mangiando i cani, che rappresentano la gioia, è possibile prendere quella felicità.
“Esistono persone buone ed altre cattive al mondo, ma cani cattivi non ce ne sono”, è l’insegnamento del padre di Genlin che da grande ha poi fondato la World Dog Alliance, un’associazione che si occupa di fare pressioni sui governi di Cina, Corea del Sud, Taiwan e Vietnam, dove è presente questa tradizione, perché sia messa fuori legge come è stato fatto a Hong Kong nel 1953, nelle Filippine nel 1982 e Taiwan nel 2001.
Secondo i dati ufficiali, ogni anno in Asia, vengono uccisi e mangiati 30 milioni di cani, nel 70% dei casi sottratti alle famiglie. Un’usanza diffusa in Vietnam dove l’80% della popolazione mangia carne di cane, mentre in Corea del Sud si tratta del 60% della popolazione e in Cina riguarda il 20%.
Il regista di Shanghai ha voluto evidenziare come dietro al concetto di volersi impossessare della felicità del cane, l’uomo riveli il suo aspetto più egoista, avvalendosi sul diritto alla vita degli animali e infliggendo loro sofferenze.
Grazie alla collaborazione della deputata e presidente de La Lega Italiana Difesa Animali Michela Vittoria Brambilla, la pellicola è stata presentata in anteprima a Milano e sarà portata a Venezia. Ovviamente si tratta di un film piuttosto duro per sensibilizzare la popolazione asiatica per cui non adatto a persone sensibili.
La Brambilla intervenuta contro il massacro del festival della carne di cane che si è svolto a Yulin, in Cina, lo scorso giugno ha ricordato che adesso “l’obiettivo è di fermare anche il truculento Bok Nal coreano che il 13 e il 23 luglio oltre all’1 agosto farà impallidire lo sterminio cinese”.
Il vice presidente della World Alliance Dog, Simon Kwok ha tenuto a spiegare che “non si sa esattamente quanti animali perdono la vita, ma stime prudenziali su internet parlano di uno o due milioni, sottratti alle case, catturati per strada, trasportati dai villaggi o dagli allevamenti in condizioni igieniche spaventose, spesso torturati (alcuni credono che la carne così diventi più buona) e macellati con metodi crudeli. Purtroppo la tradizione è ben radicata e il meglio che si può fare, oltre ad esercitare pressione sulle autorità, è aiutare gli attivisti locali a salvare il maggior numero possibile di cani, per lo più acquistandoli dai loro aguzzini”.
Ecco il trailer diffuso lo scorso 6 luglio su youtube: