Erano due randagi, piuttosto noto ai volontari: una coppia di meticci abbandonati che avevano trovato la forza insieme di sopravvivere per le strade e la campagna del Salento. I volontari avevano preso a cuore quei due cagnolini che non si facevano avvicinare, portavano loro ogni giorno del cibo, tenendosi a dovuta distanza, rispettando il loro timore nei confronti delle persone.
Lisetta, la femminuccia, era apparsa nei pressi della superstrada Gallipoli-Leuca, all altezza di Ugento e come denuncia l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA), “non si spostava mai da lì nell’attesa, vana, che un giorno la sua famiglia sarebbe ritornata a prenderla”.
Purtroppo, recentemente, il maschio dal quale Lisetta era diventata inseparabile, è rimasto investito; lei è stata al suo fianco, per giorni, fino a quando non è stato deciso di recuperarla.
La cagnolina doveva essere presa in cura, sterilizzata e poi data in adozione. Sul posto sono così intervenuti i vigili municipali e gli addetti del canile municipale che con il sostegno della Asl veterinaria hanno recuperato Lisetta.
Ma le autorità hanno rifiutato il supporto delle volontarie che fino a quel giorno si erano occupate di lei e avevo dato la loro disponibilità per la degenza di Lisetta. Infatti, negli ultimi tempo, vi era una circolare della Asl con la quale era suggerito in caso di sterilizzazioni non di mantenere i cani nei canili sanitari ma di appoggiarli anche in rifugi privati, dove spesso i cani non vengono seguiti come si dovrebbe.
Il caso di Lisetta, denunciato da Aidaa, è la prova di tutto ciò. La cagnolina dopo essere stata acchiappata e sterilizzata, “è stata portata al Canile di Uggiano la Chiesa, sbattuta in una cella al freddo e ritrovata morta il giorno dopo”.
Un episodio raccapricciante che poteva essere evitato. Infatti, precisa Aidaa, “dopo le 2 in questi canili non c’è più nessuno” e per Lisetta che aveva bisogno di attenzioni e cure post operatorie non c’è stato scampo.
Il dolore di chi si era occupato di lei fino a quel momento è straziante e l’associazione di difesa animali ha scritto un post nel quale ha condannato il modo in cui è stato gestito il caso, che ha portato alla morte dell’esemplare: “Lisetta è morta per complicanze dopo l’intervento o per ipotermia e, non lo sapremo mai, né tanto meno è il primo caso di cane che reduce da un intervento o investito viene portato nei canili e lasciato morire. Lisetta è stata uccisa dall’incuria e dal menefreghismo di chi istituzionalmente la doveva tutelare. Se fosse stata accolta dalle volontarie, probabilmente sarebbe ancora viva” scrive Aidaa, ricordando che nella maggior parte dei casi “i comuni sono fuori legge perché non si dotano di propri canili, ma si affidano a canili gestiti da privati, il più delle volte persone senza scrupoli”, aggiungendo che anche “la Asl è fuori legge perché demanda la degenza dei cani in queste strutture, che non hanno il sanitario”.
Un piccolo dramma che mostra l’incoerenza di un sistema di cui sono sempre vittime esseri indifesi.
“Perdonaci Lisetta, se puoi”, conclude con amarezza l’associazione.