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E’ polemica animalista in Spagna: 3mila feste con l’uccisione di 60mila animali ogni anno

@Gettyimages

E’ lutto a Tordesillas, comune vicino Valladolid, dove come ogni anno dal 1534, si tiene la tradizionale caccia al “Toro de la Vega“, riconosciuta nel 1980 come “festa di interesse turistico nazionale” dal Governo spagnolo.

Nonostante le proteste animaliste e le oltre 120mila firme raccolte per fermare la festa, il toro di nome Rompesuelas, è stato ucciso al termine di una crudele usanza per cui l’animale è stato inseguito per una ventina di minuti, da decine di abitanti, armati di lance con le quali lo hanno ferito ripetutamente. L’animale, dopo l’inseguimento, è stato poi abbattuto da un cacciatore in un campo vicino al fiume Douro.

L’edizione 2015 è stata segnata da aspri scontri tra i difensori della festa e almeno 200 animalisti che hanno tentato di bloccare la caccia al toro. Una drammatica vicenda che riporta in primo piano la crudeltà contro gli animali all’interno di ricorrenze. All’indomani di questa tragica e barbara uccisione, l’Observatorio Justicia y Defensa Animal, un’organizzazione animalista spagnola, ha pubblicato i risultati di un rapporto con il quale ha chiesto al Governo Spagnolo che siano introdotte nuove leggi per ferme la crudeltà contro gli animali con lo scopo d’intrattenimento.
Dai dati del rapporto emerge che in Spagna ci sono circa 3mila feste nelle quali vengono violate le leggi di tutela degli animali e durante le quali ogni anno vengono uccisi circa 60mila animali, tra tori, mucche, cavalli, asini, ma anche papere e maiali.

All’insegna della tradizione, denuncia l’organizzazione, vengono “maltrattati e uccisi migliaia di animali”.

Secondo i dati sulla corrida in Spagna, del Ministero della Pubblica Istruzione, Cultura e Sport è stato evidenziato che nel 2014, laddove sono diminuite le corride negli ultimi sette anni, passando da 3.651 nel 2007 a 1.868 nel 2014, registrando un calo del 60%, sono invece aumentati gli eventi che coinvolgono i tori nelle città, passando da 14.262 manifestazioni nel 2011 a 15.848 nel 2014. Nella maggior parte dei casi, ovvero circa la metà di questi eventi si svolgono nella regione di Valencia che vanta degli eventi come “Il toro del fuoco”, durante il quale all’animale vengono applicate delle palle di fuoco sulle corna.

Se da una parte il ministro della giustizia spagnolo, Rafael Catalá ha difeso la festa bollandola come “tradizione” in nome delle libertà democratiche,  dall’altra, l’evento ha riacceso un dibattito vivo in Spagna, per cui il leader del partito socialista PSOE, Pedro Sánchez ha espresso la sua contrarietà, promettendo di abolire la ricorrenze, in caso di vittoria alle prossime elezioni.

La Spagna si rivela ancora contro tendenza rispetto a molti paesi europei che stanno vietando spettacoli con animali.

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