E’ triste pensare a quanti animali ogni giorno soffrono per colpa della crudeltà e dell’irresponsabilità dell’essere umano. Si vocifera che siamo arrivati ad un bivio tra chi si schiera con il bene e chi con il male, in una lotta ormai ancestrale e manicheista, arrivata nella nostra epoca alla resa dei conti, in quanto stiamo vivendo un periodo di crescita della consapevolezza. Di certo la violenza e gli orrori ai quali assistiamo ogni giorno, dalle guerre, alla violenza sugli esseri più deboli, donne, bambini, anziani e animali, sono diventate ormai forme di crudeltà istituzionalizzata, favorendo un contesto che genera ancora più orrore. Come nelle guerre tutto è lecito, lo stesso sistema sociale che si basa sullo sfruttamento degli esseri viventi e del pianeta, acconsente e offre gli strumenti agli individui per compiere gli orrori alla luce del giorno, sotto ai nostri occhi, senza che nessuno riesce a ribellarsi una volta per tutte.
In questo scenario, le prime vittime sono esseri indifesi che si fidano dell’uomo. Animali dipendenti in tutto e per tutto dei loro aguzzini. Un premessa con la quale introdurre una notizia rimbalzata sui media canadese, la denuncia sui social, con tanto di fotografia che ritrae una femmina di Staffordshire Terrier abbandonata in una gabbia, con la sua copertina, a ridosso di un bosco, a Thamesford, morta per assideramento.
L’animale è deceduto per il freddo ed è stato ritrovato per caso da una coppia durante una passeggiata che ha subito chiamato dei volontari, giunti sul posto per recuperarlo. Il cane era letteralmente congelato e la visione di quell’immagine, di certo, non si può dimenticare facilmente. Non solo provoca emozioni contrastanti quali indignazione, rabbia e dolore, ma pone ancora una volta una domanda: “Cosa ha fatto quel povero animale per essere condannato a quella morte così atroce?”.
Era sola, lontana da tutto, senza una via di fuga e in base a quanto riferito dai volontari, aveva partorito da poco.
Basterebbe immergersi nell’empatia per rendersi conto della sofferenza che ha provato, accorgendosi che era stato condannata, forse dal suo padrone, a quella morte. Non solo il cane è un essere senziente per cui soffre ma secondo le ultime ricerche ha anche consapevolezza dell’esperienza per cui è un essere che ha una coscienza; elemento sul quale fino ad oggi, l’umano ha fatto valere la superiorità della specie, in un’ottica evoluzionista.
Una scoperta terrificante e come sempre è stato lanciato un appello a chiunque potesse fornire informazioni in modo da poter individuare il responsabile.
“Questo cane è stato lasciato morire congelato”, ha denunciato il volontario Kimberly Thomas, accorso sul posto per recuperare la cagnolina, spiegando che le labbra erano congelate tanto da non poter verificare i denti e scoprire l’età esatta. Dall’autopsia è emerso che si trattava di una femmina piuttosto giovane che aveva avuto anche dei cuccioli. Il cane tra i 55 e i 65 chili aveva un grosso collare pesante e all’interno della gabbia vi era una coperta. Secondo le ipotesi, ci sono volute tre persone per abbandonarla in quel luogo. Si è trattato quindi di un atto intenzionale con complici.
“Un atto incredibile di crudeltà sugli animali”, ha scritto Thomas, pubblicando l’immagine sul profilo di un’associazione animalista locale, la Kismutt Rescue, aggiungendo che “quello che risulta evidente è che la cagnolina ha tentato in tutti i modi di uscire dalla gabbia. Un dettaglio che lascia una profonda amarezza nel cuore a chi non è riuscito a trovarla prima, quando era ancora viva.
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