Quando si dice oltre il danno la beffa probabilmente ci si riferisce a quello che stiamo per raccontarvi. Un uomo era alla disperata ricerca dei suoi cani rapiti dalla sua abitazione. Dopo svariate ricerche riesce a trovarli ma non può portarli a casa tutti. La polizia glie lo impedisce.
Una storia traumatica quella dell’uomo che nonostante abbia svariate prove che potrebbero dimostrare il cane Tilly è effettivamente di sua proprietà non può portarlo a casa a causa delle svariate richieste di adozione pervenute dalla polizia .
La sua devastante storia ha inizio a maggio quando 3 dei suoi Springer Spaniel vengono rapiti dalle cucce site in un recinto poco lontano dalla sua abitazione ma sito nella sua proprietà.
L’uomo dopo il rapimento dei cani li ha cercati ovunque finche un giorno è stato contattato da un veterinario che visitando un cane, portato da una coppia che aveva trovato il piccolo mentre vagava in strada, ha effettuato la lettura del microchip scoprendo che il cane apparteneva a qualcuno.
Il veterinario ha così contattato l’uomo che immediatamente è salito in macchina e si è recato a molti chilometri di distanza per poter riabbracciare almeno uno dei suoi adorati cani che appena l’ha visto, anche se traumatizzato, si è lanciato in feste e coccole per aver finalmente ritrovato il suo papà umano.
Non può dimostrare che il cane sia suo
Jon è il nome dell’uomo che da venti lunghi anni è il capo guardiacaccia che si diletta nell’addestrare i suoi cani, che a differenza dei cani utilizzati in modo che da alcuni potrebbe essere descritto come crudele per la caccia, sono dei veri e propri animali domestici, che oltre ad eseguire comandi sono amati e coccolati all’interno della casa.
L’uomo infatti in molte dichiarazioni ha affermato : “ Li alleno, lavoro con loro, vivo con loro. Lei è il mio cane. La riconoscerei a un miglio di distanza.” “Posso riconoscere i miei cani tra mille altri cani”.
L’uomo ha infatti stilato una descrizione dettagliata compresa di piccole cicatrici e tratti distintivi di Tilly uno dei due cani che ancora non sono tornati a casa. Descrizione che fa comprendere non solo quanto sia legato al cane ma anche quanto l’uomo sia a contatto con i suoi animali e di come sia minuzioso nell’osservare e identificare i propri cuccioli.
Dopo un blitz della polizia avvenuto a settembre l’uomo ha riconosciuto la sua amata Tilly in una delle foto della polizia, a quanto pare infatti il cane è stata posto sotto sequestro insieme ad altri 48 cani, gatti, galli da combattimento, armi e droghe rinvenute in un capanno a Star Lane Traveller.
Avendola riconosciuta l’uomo ha iniziato a contattate le autorità per poter riabbracciare Tilly, cosa che pero gli è stata negata in quanto non vi sarebbe alcuna prova che il cane sia di sua proprietà.
Dalle dichiarazioni della polizia non è chiaro se il cane sia provvisto o meno di microchip o se sia stato rimosso dai suoi rapitori, anche se successivamente alle dichiarazioni, Jon è stato contattato per info sul chip.
Non avendo alcuna notizia l’uomo ha iniziato a contattare tutti anche per la prova del DNA chiedendo anche solo di fargli vedere Tilly per alcuni minuti per dimostrare come il cane del quale l’uomo è sicuro dell’identità, esegua ogni suo comando come da addestramento.
Gli agenti hanno risposto alla richiesta dell’uomo negandogli di vederla e asserendo che l’affetto del cane non sia una prova di proprietà.
Jon ha dovuto rivolgersi ad un avvocato minacciando di trascinare la polizia in tribunale per poter riabbracciare Tilly. Supportato dai volontari dell’organizzazione DogLost, e spronato da amici e colleghi ha quindi intrapreso un’azione legale e dopo questo evento improvvisamente la polizia ha deciso di concedere la prova del DNA.
Uno dei portavoce della polizia ha anche dichiarato : “Siamo in corrispondenza con l’avvocato del ricorrente. Stiamo lavorando per restituire questo cane al legittimo proprietario e speriamo che la questione venga risolta il prima possibile”.
Attualmente Tilly è anche diventata mamma di alcuni splendidi cuccioli che restano con lei bloccati in quello che sembra un limbo burocratico infinito .
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Mariano Orlacchio