Dopo un anno finalmente il processo, arriva la sentenza per la donna che ha gettato un cagnolino dal secondo piano del palazzo dopo il furto
Scene di indicibile violenza di cui si è resa protagonista una donna di Dunkerque circa un anno fa, ancora una dimostrazione di quanto possa spingersi oltre l’essere umano soprattutto se spinto da un forte risentimento.
La vicenda in questione fortunatamente ebbe un forte impatto mediatico e le associazioni di tutela degli animali non hanno mai mollato il caso costituendosi parte civile portandolo all’attenzione del maggior numero di persone possibile, è anche grazie a questo che ci su può aspettare una punizione esemplare per un crimine che ha reso protagonista un incolpevole cagnolino.
La vicenda ha avuto luogo in Francia e quello che lascia maggiormente interdetti è che le aguzzine dell’epoca furono 3 ragazzine di 13,16 e 18 anni.
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Inizia il processo per furto e crudeltà sugli animali, fari puntati da parte dell’intera nazione
Come già anticipato non solo crudeltà sugli animali ma anche l’accusa di furto, si perché il cagnolino in questione era stato rubato davanti un supermercato dove il suo padrone sessantenne era stato costretto a legarlo giusto il tempo di entrare a fare la spesa, un’azione spesso obbligata per i tanti proprietari che si vedono impossibilitati nel far entrare i loro amici animali in molti locali.
Le tre ragazze alla vista dell’animale hanno pensato di appropriarsene per poi rivenderlo, fortunatamente l’uomo è riuscito ad avvistarle e seguirle fino al loro appartamento dove le tre si sono rifugiate, immediata la chiamata alla polizia ma mentre l’uomo sotto il palazzo intimava alla restituzione del proprio animale domestico è avvenuto il folle gesto.
La ragazza, al tempo unica maggiorenne, ha deciso di gettare di sotto il cane come se fosse stato un vecchio cuscino, l’impatto fu devastante e causo l’esplosione della mascella del cane, il piccolo Bichon fu portato immediatamente in clinica dove è stato necessario sottoporlo ad un delicato intervento per salvargli la vita, fortunatamente l’animale è stato salvato e dopo una lunghissima riabilitazione è tornato ad alimentarsi da solo.
Nell’attesa dell’esito del processo il presidente dell’associazione che si è costituita parte civile ci ha tenuto ad evidenziare come vicende simili accadano più spesso di quello che una persona possa immaginare, dalla sua presidenza l’associazione ha partecipato a ben 190 processi come questo trovandosi davanti a innumerevoli casi di sofferenza.
Proprio per questo è avvenuta la richiesta di una condanna esemplare e la speranza per tutti noi è che venga accolta.