Non sapeva quale cane adottare così ha deciso di comprare tutto il rifugio salvando più di 250 animali da una situazione orribile e drammatica.
Si chiama Danielle Eden la donna co-fondatrice del Dog Tales Rescue and Sanctuary, una donna amante degli animali che viaggia in tutto il mondo visitando rifugio e scegliendo i casi più terrificanti per dare loro la possibilità di avere un nuovo inizio nel santuario Dog Tales Rescue.
Il santuario si estende su 50 acri (202.343 metri quadrati) ed è situato a King, nell’Ontario.
Quando però si trovò a visitare un rifugio a Israele, la donna rimase sconvolta dalle pessime condizioni di ognuno di 265 cani che popolavano il rifugio .
Non erano pessime solo le loro condizioni di salute ma anche lo stabile adibito a canile.
Era fatiscente e pieno di topi. I cani per un pezzo di pane dovevano infatti lottare con i ratti e nei box vi erano molte carcasse di topi che lottando per mangiare avevano perso la vita rendendo il luogo malsano e con un’odore insopportabile.
La donna trovando quella situazione proprio non sapeva scegliere quale cane meritava o aveva più bisogno di essere salvato definendo il rifugio come “il peggior rifugio che abbia mai visto”.
265 esemplari rinchiusi in uno spazio ridotto e pieno di topi, un’ambiente a dir poco tremendo per dei cani, senza calcolare che mangiare in quel posto era diventata una vera sofferenza dovendo lottare per un pezzo di pane secco con i topi.
La donna si trovo allibita dalle squallide condizioni in cui lo stabile riversava e non sapendo quale tra i cani scegliere decise che tutti dovessero essere salvati da quelle atroci condizioni e sofferenze.
Così ha deciso di adottare l’intero rifugio assumendosi la responsabilità di tutti e 265 cani che effettivamente popolavano quel tremendo luogo.
Per diversi mesi a cercato delle famiglie disposte a prendersi cura di almeno un cane riuscendo a far adottare 90 cani a Israele.
Altri 25 volarono immediatamente in Canada per vivere felici nel santuario, e i restanti 150 hanno ricevuto le cure necessarie.
Infatti il rifugio è stato sovvenzionato per renderlo finalmente un luogo adatto a farci vivere degli animali almeno momentaneamente .
All’interno sono stati portati anche dei veterinari per poter offrire le cure necessarie e adeguate alle esigenze di ogni singolo cane e per far si che potessero affrontare un viaggio.
In pochi mesi, appena fu possibile i restanti 150 esemplari furono spostati e vennero trasferiti nel santuario in Canada.
L.L.
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