In Piemonte si discute dell’istituzione di un albo professionale per i dog sitter, dato il forte aumento della domanda registratosi negli ultimi mesi.
Al momento i dog sitter non sono inquadrati in un albo professionale dedicato; ma in futuro è possibile che avvenga, quanto meno in Piemonte. In tal senso è stata avanzata una proposta di legge, che verrà discussa nel Consiglio regionale durante il mese di febbraio.
Si suol dire che il dog sitter sarà una delle professioni del futuro; ma stando ai numeri, quel futuro sembra già arrivato, ed è dunque presente.
In fondo non dovrebbe essere una grande sorpresa: in Italia si contano circa 10 milioni di cani registrati.
Sottraendo quelli custoditi in canili e rifugi, sono circa 7 quelli che vivono nelle nostre famiglie. Un numero considerevole, che comporta, gioco forza, anche un aumento della domanda dei servigi del dog sitter.
Pur in assenza di cifre ufficiali, i dog sitter nel territorio nazionale si attestano intorno ai 55.000; un numero non spropositato, ma che da anni non conosce flessioni ed è in continua crescita.
È finita, tra l’altro, l’epoca in cui il dog sitter veniva identificato quasi esclusivamente nella figura di chi (studenti su tutti) per arrotondare si dedicava alla suddetta professione: ora sul mercato sono presenti professionisti formati da studi e competenze specifiche.
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Dei circa 55.000 dog sitter presenti in Italia, almeno 6.000 sono quelli attivi in Piemonte, regione nella quale è stata presentata una proposta di legge per l’istituzione di un albo professionale dedicato alla figura.
La proposta verrà discussa in seno al Consiglio Regionale durante il mese di febbraio. Nel corso dell’ultimo anno si è registrato un vero e proprio boom di richieste per i servigi della figura professionale.
La pandemia, però, c’entrerebbe poco; l’aumento del numero di animali domestici, una maggiore attenzione verso i loro bisogni etologici, e gli impegni della vita quotidiana che non sempre danno l’opportunità di soddisfarli sembrano essere le reali ragioni dell’incremento della domanda.
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Il bisogno primario rimane quello di assicurare, almeno due volte al giorno, la passeggiata del cane.
Di norma i clienti usufruiscono dei servizi dei dog sitter tra i due e le tre volte alla settimana, quando non possono provvedere personalmente. Nell’ipotesi di assenze prolungate per più giorni invece, la migliore figura a cui rivolgersi appare quella del pet host.
Antonio Scaramozza
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