Il Comune lombardo di Malnate, centro di sedicimila abitanti in provincia di Varese, ha deciso di escogitare un rimedio alquanto originale per cercare di arginare il dilagante fenomeno dei “padroni incivili” che portano a spasso i loro cani per permettere loro di espletare i necessari bisogni fisici, senza poi rimuovere il ‘prodotto’ di tale funzione, come invece il decoro ed anche la legge imporrebbero di fare.
L’amministrazione locale ha pensato bene di effettuare dei test sul DNA sulle feci che verranno individuate e raccolte per strada. E non è uno scherzo, né una provocazione: la giunta comunale di Malnate infatti starebbe sul serio discutendo sui benefici che l’adozione di tale, drastico provvedimento comporterebbero.
A quanto si apprende, ci saranno 8 mesi di tempo per tutti coloro che accolgono in casa un quattrozape, ed entro questo lasso di tempo bisognerà fornire presso una qualsiasi struttura veterinaria presente sul posto un campione di DNA del proprio cane, da raccogliere fornendo un semplice prelievo di saliva. Da lì si procederà ad una schedatura dell’animale, con tutte le sue caratteristiche principali, ed ovviamente anche i relativi proprietari saranno rintracciabili.
A diffondere la curiosa quanto insolita notizia è stato il quotidiano milanese ‘Il Corriere della Sera’, il quale ha riportato anche una intervista a Giuseppe Riggi, assessore all’Ambiente del Comune di Malnate. Il politico ha affermato: “L’abbandono di scarti organici prodotti dagli animali rappresentano un abbandono di rifiuti, ovvero un atto perseguibile dalla Legge.
La procedura studiata prevede che l’operatore ecologico impegnato nella pulizia manuale, affiancato da un agente della Polizia locale per la notifica, effettui il campionamento della deiezione abbandonata allo scopo di spedirla al laboratorio incaricato per le analisi del suo DNA. Avuto l’esito del raffronto tra il DNA del campione e quelli contenuti nella banca dati, sarà possibile risalire all’animale e procedere a sanzionarne il proprietario incivile”.