Ha commosso tutti la vicenda del cucciolo Django, un piccolo labrador trovato morto in un pozzo: per la polizia è stata una disgrazia.
Ha scosso tutti la vicenda di Django, un piccolo labrador, che è stato rinvenuto nella giornata di lunedì in un pozzo di via Papa Sarto a Vedelago, provincia di Treviso. Aveva solo sei mesi ed era di proprietà di una famiglia della vicina Montebelluna. Una fine terribile la sua, che è stata denunciata dai suoi proprietari e in particolare da Resi Bonora, la mamma del ragazzo che accudiva Django.
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“Le foto condivise su Facebook ci hanno scioccato. Django non si sarebbe mai tuffato lì dentro”, ha spiegato la famiglia del povero cane, ma per la polizia municipale la morte del cucciolo è stata solo una disgrazia. A segnalare la presenza dell’animale è stato un passante, quindi sul posto sono arrivati un vigile urbano e un operaio del Comune. A loro è spettato il penoso compito di rimuovere la carcassa dell’animale.
Sul web si è diffusa una foto che lascia pochi dubbi a chi accudiva il cane: “Django non si sarebbe mai buttato in una canaletta del genere. Secondo me si è gettato dentro perché impaurito o spaventato a morte da qualcosa o da qualcuno”, sottolinea Resi Bonora. Quindi ricorda: “Abbiamo girato ininterrottamente per tre giorni, senza sosta, poi la spiacevole telefonata, preannunciata dalle sconvolgenti foto che giravano su Facebook e che nostro figlio ha visto”.
Christian Stocco della municipale giudiziaria è sicuro che le cose non stiano come denuncia la famiglia di Django: “Non ci sono indizi che ci portano ad aprire un caso né ipotesi di reato. Con il veterinario abbiamo accertato la morte per annegamento; il cucciolo è caduto dentro e le sponde troppo alte della canaletta hanno impedito la salvezza”.
“Qualcuno per tirarlo fuori ha dovuto legarlo. Non c’è traccia di atti efferati contro il cucciolo. Invitiamo a smetterla con false notizie e allarmismo”, ha poi chiosato. Ma su Facebook qualcuno scriveva anche nelle scorse ore: “Il cane è stato annegato da qualcuno che gli ha legato le zampe posteriori”.
G.M.
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