Molto scalpore aveva destato nelle scorse settimane la vicenda di Maya, un chihuahua regalato dai genitori alla figlia di 9 anni per Natale, che sarebbe stato ingiustamente ucciso. Queste vicende gettano in uno stato di depressione e ansia i proprietari di animali, come conferma un recente studio. A realizzarlo un gruppo di ricercatori americani dell’Ohio, una psicologa della Kent University, Mary Beth Spitznagel, coordinatrice dello studio, una veterinaria del Metropolitan Veterinary Hospital di Akron e due specialisti dello Stow Kent Animal Hospital di Kent. La ricerca è stata poi pubblicata sul giornale Veterinary Record.
Si parte dall’analizzare i comportamenti proprio dei veterinari, valutando lo stress professionale cui sono sottoposti, per esempio, quando devono praticare un’eutanasia. Spesso i medici specialisti si devono confrontare con situazioni difficili, come quella degli abusi che possono subire cani e gatti, oppure di animali gravemente malati. Questo tipo di stress riguarda anche le persone che si trovano nelle medesime condizioni. Immaginiamo ad esempio l’avere in casa un cane o un gatto con malattie gravi. Questo ha ripercussioni anche su di noi, causando stress, ansia e depressione.
Dunque, non sono solo gli animali a ‘patire’ il distacco in maniera grave, ma questi disturbi sono propri anche dell’animo umano. I ricercatori hanno preso quindi in considerazione 238 proprietari di animali di compagnia. Hanno confrontato le 119 persone che si stavano prendendo cura di loro di animali con malattie croniche e terminali, con altrettanti che avevano a che fare con animali sani. Entrambi i gruppi erano omogenei per età, sesso e specie di animali accuditi. Quindi hanno sottoposto loro un questionario in cui si chiedeva di segnalare sintomi quali stress, ansietà, depressione e di valutare la loro qualità di vita.
In sostanza, analizzando i risultati, si riscontrano più elevati livelli di stress, di sintomi, clinicamente rilevanti, di depressione e di ansia nei proprietari di animali con gravi patologie. Questi hanno difficoltà anche nei rapporti sociali. Si tratta di osservazioni che potrebbero essere di aiuto ai veterinari nel gestire meglio i loro clienti.
Ha commentato la ricerca anche Katherine Goldberg della Cornell University di Ithaca (NY), fondatrice di Whole Animal Veterinary Geriatrics and Hospice. L’istituto si occupa della cura di malattie terminali negli animali. La scienziata ha voluto auspicare, grazie a questo studio, un miglioramento dei programmi di formazione dei veterinari. Molte infatti sono ancora oggi le problematiche nella gestione delle malattie croniche. In conclusione, il ruolo del veterinario deve essere quello di saper anche fare “lo psicologo”.
GM
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