Geolocalizzazione dei cani: dispositivi pericolosi per i cani
Negli ultimi anni, la rivoluzione tecnologica è arrivata anche nel settore pet accessori. Ogni anno, le aziende competono per mettere appunto strumenti sempre più performativi e utili per chi è proprietario di un animale.
Tra questi, i dispositivi di localizzazione per animali, i cosiddetti “pet tracker”, un dispositivo GPS per il tracciamento degli animali. Molte aziende tra cui brand come Kippy Vita, Nuzzle, Tractive, Weenect e Whistle hanno puntato su questo accessorio.
Tuttavia, una ricerca condotta da Kaspersky Lab ha messo in evidenza alcuni pericoli legati a questi strumenti. Infatti, secondo quanto rivelato dai ricercatori, come qualsiasi altro dispositivo connesso a internet, il pet tracker non è al riparo dalle problematiche legate alla sicurezza informatica.
Ovvero, i ricercatoti hanno evidenziato che potrebbero essere effettuati degli accessi non autorizzati dalla rete e conseguenti furti d’informazioni sensibili presenti nell’archivio del dispositivo.
Dispositivi di localizzazione e furti di animali
Il dispositivo si basa sulle coordinate GPS che vengono inviate alla app del proprietario con frequenza regolare. I ricercatori hanno rilevato il rischio di intercettazione delle coordinate e la possibilità da parte di estranei di sapere dove si trova il cane.
Inoltre, i cibercriminali possono acquisire informazioni sulle abitudini legate alla vita della famiglia connessa ai movimenti dell’animale domestico.
Un’opportunità ghiotta per possibili cybercriminali che potrebbero in tal senso organizzare furti di cani dei rapimenti con riscatto. Il dog-napping è un fenomeno in aumento negli ultimi anni in tutta Europa.
Lo stesso vale per i dispositivi GPS digitali che servono per localizzare gli animali feroci, come le tigri e i lupi, o specie protette.
Fonti che possono essere sfruttate dai bracconieri e dalla criminalità organizzata legata al traffico internazionale di animali selvatici.
Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky Lab ha pertanto affermato che si tratta di dispositivi vulnerabili e che attraverso le app offrono nuove opportunità per i cibercriminali.
“Possano individuare con maggior precisione gli animali domestici, oppure inviare false coordinate al server, con lo scopo di farci perdere le tracce dei nostri piccoli amici. Inoltre le informazioni che questi dispositivi trasmettono possono essere usate per risalire ai dati del proprietario, come password o indirizzi email, che hanno un valore per i cybercriminali”. Ha spiegato la Lehn.
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C.D.