Un cane morto svolgendo il suo lavoro, salvando le vite dei suoi collaboratori che ha creato una straordinaria rete, diventando un simbolo d’unione nella lotta al terrorismo. E’ quanto ha lasciato dietro di sé, il pastore belga di nome Diesel, morto lo scorso 18 novembre durante un blitz delle forze speciali francesi a Parigi (clicca qui)
“I cani d’assalto e da ricerca esplosivi sono indispensabili nelle operazioni”, aveva commentato la polizia, annunciando su Twitter la morte di Diesel. Un post che ha subito scatenato migliaia di reazioni e condivisioni con tanto di hashtag #JeSuisChien, per esprimere la vicinanza al popolo francese e rendere omaggio a questi straordinari animali sacrificati per il bene comune.
Solidarietà alla Francia da parte della Russia che ha deciso di regalare un cucciolo di pastore tedesco di nome Dobrynia, alla polizia francese. E’ quanto ha annunciato con un post su Facebook, il ministro dell’Interno russo, Vladimir Kolokoltsev, spiegando che “è stato chiamato così in onore dell’eroe russo Dobrynia, un cavaliere medievale che è la personificazione della forza, della bontà, della bravura e dell’altruismo. Questo cane sarà consegnato alla Francia a testimonianza della solidarietà con il popolo francese e con la polizia francese nell’ambito della lotta contro il terrorismo”.
Un “cucciolotto” che avrà un ruolo e una missione importanti e che in uno scenario in cui i paesi occidentali sono minacciati dai terroristi dell’Isis diventa uno straordinario simbolo di unità. Un esempio con il quale il mondo intero rende omaggio anche ai nostri compagni a quattro zampe.
Il tema ha sollevato anche qualche polemiche. Come riportano i media, molti utenti lamentano che gli animali siano impiegati in missioni pericolose, inconsapevoli dei pericoli ai quali sono esposti. Al contempo è stata avviata una petizione online con la quale viene chiesto al governo francese di conferire le massime onorificenze a Diesel. (clicca qui).
Alcuni sociologi si sono interrogati sul perché la morte di un animale abbia così tanto unito cittadini di tutto il mondo. Secondo alcuni esperti come riporta 7sur7.be , non si tratta di priorità quanto di un sentimento intimo e un fatto simbolico. Ken Shapiro, presidente di un’associazione americana che si occupa del rapporto uomo-animali, ha spiegato che “il cane è percepito come un essere innocente. I cani non sono portatori di una morale e non sanno cosa sia il bene o il male, ad esempio. Il sentimento più diffuso è che quel cane non ha chiesto niente a nessuno. Non c’entra niente in tutta la vicenda. L’empatia espressa dalle persone è più forte quando si tratta di una sola vittima che non può essere identificata e che è particolarmente vulnerabile”.
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