Ogni tanto c’è chi ci prova a farla franca in materia di maltrattamento animali: tanto loro non parlano e la gente spesso e volentieri non si accorge di nulla. Tuttavia, il problema al di là del buon senso resta nella scarsa informazione e nelle contraddizioni come ad esempio il collare elettrico per i cani, vietato in Italia e venduto in rete. Non a caso, proprio in questi giorni, a Cassano D’Adda, un uomo di 55 anni è stato denunciato per aver messo al suo cane un collare elettrico che impedisce al cane di abbaiare. L’animale, un meticcio di taglia piccola, si lamentava nel giardino di una villetta, evidentemente per il dolore provocato dal collare ed è stato notato da un giovane ragazzo che stava passeggiando con il proprio cane e ha subito segnalato il caso alle forze dell’ordine.
Immediato l’intervento dei carabinieri che hanno denunciato l’uomo per maltrattamenti. Quest’ultimo ha ammesso di aver utilizzato il dispositivo da poco tempo, in quanto i vicini si lamentavano per l’abbaiare del cane, non pensando che fosse doloroso per l’animale.
Il collare elettrico è stato reso illegale con una sentenza della Cassazione nel 2007, sancendo come il “dispositivo provochi dolore, ansia e nervosismo nel cane”. Nonostante ciò, questo strumento viene venduto tranquillamente in rete come “dispositivo di rieducazione” per i professionisti, come per il collare a strozzo. Strumenti che non possono di certo essere impiegati da tutti perché dolorosi e in alcuni casi possono provocare danni anche gravi all’animale.
Sul caso è intervenuto il presidente di Enpa Milano, Ermanno Giudici che ha giustamente evidenziato la contraddizione: “La vendita dei collari a impulsi elettrici è una delle tante contraddizioni sulle normative poste a tutela degli animali dal maltrattamento. Infatti la loro vendita è libera e nei negozi specializzati e online se ne trovano di tutti i generi e di tutti i prezzi: che si avviano con il suono, telecomandati per addestramento e per l’uso sui cani da caccia. Però il loro uso è vietato perché integra il reato di maltrattamento di animali, come ha più volte ribadito la Cassazione con conseguente denuncia penale, sequestro del collare e confisca del cane. Così in Italia si continuano a vendere lecitamente, strumenti di tortura che servono e possono essere usati soltanto per commettere reati”.
L’uso del collare è sicuramente più diffuso di quanto si possa immaginare. Nel mese di marzo, un cane da caccia è stato liberato dalle guardie dell’Oipa, perché il proprietario, un cacciatore, lo teneva in una gabbia stretta con il collare elettrico. E’ assurdo pensare arrivare a strumenti coercitivi che vanno contro la natura stessa dell’animale per cui l’abbaiare è il suo modo di comunicare e un diritto stesso del cane.
Ci sono alcuni metodi per educarlo a non abbaiare che si basano in primo luogo sul comprenderne le ragioni. In ogni caso, chi applica strumenti che limitano la libertà dell’animale non sono solo le persone di un certo ambito sociale, la nota modella Cara Delevingne è stata al centro di una polemica per aver utilizzato un collare anti abbaio, non elettrico ma che spruzza una sostanza fastidiosa per il cane.
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