Esiste un’espressione coniata da Ionesco, che recita “ci vuole di tutto per fare un mondo”, racchiudendo il senso dei differenti punti di vista e delle azioni di cui ciascun uomo è responsabile. Eppure, in questo mondo, “il tutto” di certo non dovrebbe oltrepassare il limite “ignoto”, a dirla come Maurizio Crozza, in una delle sue copertine a “Di Martedì”, per cui il problema è che la nostra società continua a spingere quel limite sempre più in avanti.
Come nel caso della violenza, commessa da alcuni individui, nell’indifferenza e nei riguardi degli animali, incuranti del dolore e della sofferenza inflitta ad un essere vivente. Vicende quotidiane che accadono nella porta accanto, dietro la quale si potrebbe celare una persona potenzialmente pericolosa. Persone anonime sulle quale non potrebbero ricadere sospetti e che si trasformano nei più terribile aguzzini, come nel caso di quattro ragazzi di Sangineto, in provincia di Cosenza che hanno impiccato un cane, uccidendolo a bastonate e filmando, con sadismo la sua lenta e atroce morte.
Fatti quotidiani che ci fanno interrogare su cosa spinga un individuo a compiacersi in un desiderio malsano suscitato dall’infliggere dolore. In molti casi si tratta di retaggi culturali di arcaiche tradizioni in cui l’animale non viene considerato un essere vivente, casi di perversione e di mancata educazione, per cui uccidere un animale diventa un divertimento.
Un divertimento macabro che si è verificato anche in un momento felice, come un festival musicale in Canada, il festival Craven Country Jamboree, dove un malcapitato gatto è stato vittima di un’azione irresponsabile.
Al contempo però, il caso ha sollevato un’ondata di panico tra gli spettatori ma anche tanta solidarietà da parte delle molte persone che erano venute ad assistere ai concerti e da parte dell’organizzazione che ha sospeso per un po’ i concerti.
Dalla cronaca locale, si apprende che con molte probabilità, uno spettatore ha cosparso di alcol un povero gattino che passava per caso tra la folla, per poi dargli fuoco.
Alla vista del micio in fiamme, tra le urla di orrore, molte persone si sono immediatamente adoperate per aiutare il povero animale e grazie alla loro tempestività il micio è stato salvato: “E’ stabile e sta al sicuro adesso. La stiamo curando come se fosse un membro della nostra famiglia”, ha assicurato il veterinario che ha dato le prime cure al povero animale.
Sulla pagina facebook della clinica veterinaria TM’z vengono comunicati gli aggiornamenti sulle condizioni di salute del gatto, chiamato Jamboree, in ricordo del Festival.
Si tratta di un giovane esemplare femmina che ha conquistato anche gli organizzatori della manifestazione che hanno dichiarato di volersi prendere cura della gatta e di aiutarla a trovare una casa.
Sul caso, sono scattate le indagini e secondo le indiscrezioni, la polizia avrebbe individuato due sospetti. Infatti oltre al caso di violenza e crudeltà nei confronti del povero animale, la polizia sta indagando anche per il causato allarmismo che poteva sfogare in una tragedia seminando il panico tra gli spettatori.
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