Cucciolo usato come una palla da baby gang: amarezza dei volontari che non sono riusciti a salvarlo in un post denuncia. La domanda che sorge spontanea è: perché? Perché prendersela con un essere indifeso, perché giocare con la vita di una creatura vivente, perché non viene mai insegnato il rispetto e l’amore nei riguardi degli animali all’interno di una famiglia? Tanti perché e poche risposte. Eppure, non sarebbe poi così difficile cambiare direzione. Sarebbe semplicemente sufficiente insegnare quei sentimenti fondamentali che sono il motore della vita. Ancora una volta, invece, la cronaca mostra il lato più crudele di ogni cosa e ancora una volta una piccola creatura è stata vittima di una baby gang.
Lo scorso 17 luglio, la sezione locale Enpa di Bassano del Grappa ha reso noto del ritrovamento di un cucciolo di gatto, strappato da un gruppo di ragazzini che lo stavano utilizzando come palla per giocarci. Un signore è riuscito a recuperare il gattino e a curarlo per una decina di giorni. Sembrava che le condizioni del gatto migliorassero di giorno in giorno, anche se erano gravi. Purtroppo, tra gli aggiornamenti condivisi da Enpa, si apprende che il gattino, chiamato Frugolino, non ce l’ha fatta: “È morto soffrendo tra le convulsioni causate dalle crisi epilettiche”, scrivono i volontari, comunicando la triste notizia e ricordando a chi assiste a scene di violenza, di documentare con fotografie o video e di pensare a mettere subito in salvo l’animale.
“Poi procedete a testa bassa ad avvisare le autorità o le guardie zoofile”, sottolineano i volontari Enpa, ricordando che si tratta di maltrattamento, ovvero “un reato molto pesante che tante persone commettono ancora con tanta leggerezza convinti di rimanere impuniti”.
Nella denuncia, Enpa esprime la propria amarezza e indignazione di fronte soprattutto all’ignoranza di chi continua a far finta di nulla e a non applicare delle strategie a livello pubblico come anche privato per la sterilizzazione.
“A tutte queste persone diciamo: Sentitevi colpevoli anche per questo piccolino e per tutti quelli che sono nati e morti negli ultimi mesi, che Dio vi perdoni!“, concludono i volontari, lasciando intuire il profondo sconforto che affligge chi, ogni giorno, nell’arco di tutto l’anno, è sempre in prima linea per aiutare e tutelare gli animali, di fronte ad una società che difende la crudeltà, giustificandola come bravata.
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