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Cucciolo rovistava tra i rifiuti, era in pessime condizioni: lo salvano ma rischiava l’eutanasia in canile

Lo hanno trovato in mezzo alla strada mentre stava cercando di rimediare del cibo nei pressi di un cassonetto della spazzatura. Due studenti universitari non hanno avuto il coraggio di lasciarlo stare per strada e così hanno deciso di portarlo a casa. Tuttavia, a distanza di qualche giorno si sono resi conto di non poter provvedere alle cure del cucciolo e che non avevano tempo di occuparsi di lui. Il cagnolino era malato e le sue condizioni sono peggiorate: aveva una brutta rogna e un’infezione che si stava espandendo, provocando delle lesioni sanguinanti.

Il cucciolo, chiamato Alexa, rischiava di essere soppresso se lasciato in un canile municipale e così i due ragazzi hanno pensato di mettersi in contatto con un’associazione no kill per poter garantire al cane le cure di cui necessitava.

La Rescue Dogs rock di New York si è interessata alla storia del cucciolo, mettendosi in contatto con i due studenti.

“Era un cane randagio e siccome studiavamo a tempo pieno non potevamo prendersi cura di lui. Abbia chiesto aiuto al rifugio pesando che ci avrebbero aiutati a curarlo. E così lo abbiamo messo in un sacco della spazzatura perché sanguinava, per portarlo al canile. Ma non sapevamo che rischiava di essere soppresso. Eravamo in pensiero per lui e così abbiamo lanciato un appello raccolto dalla Rescue Dogs rock di New York che ci ha dato una mano”, racconta uno dei giovani ragazzi.

Il cucciolo è stato recuperato da due volontarie locali che lo hanno subito trasferito in una clinica veterinaria dove Alexa è ora sotto trattamenti. La Rescue dogs rock di New York, pubblicando le immagini del cane, ha spiegato che molto probabilmente il cucciolo sarebbe stato soppresso se non fossero intervenuti prontamente i volontari. Purtroppo si tratta di un paradosso: quello di cani salvati dai pericoli della strada, da un abbandono o un maltrattamento e che nelle strutture che si dovrebbero prendere cura di loro, rischiano in realtà di essere soppressi.

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