Ennesimo caso di cronaca a Palermo di un cucciolo di pit bull trovato all’interno di un cassonetto dell’immondizia nel quartiere Borgo Vecchio di Palermo.
Stando a quanto si apprende, alcuni residenti del quartiere avevano segnalato la presenza del cane, ma nella notte del sabato, la polizia municipale era chiusa, pertanto sono intervenuti dei volontari e l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) ha ancora una volta lamentato l’assenza delle istituzioni.
Il cane chiamato Teddy, riferiscono in un post i volontari “è dolce come il pane” e presenta diverse ferite da morso sulla testa, sul collo e sparse su tutto il corpo. Le sue condizioni sono critiche ed è stato ricoverato presso una clinica. Il corpo è scheletrico, martoriato dagli altri cani. Elementi che fanno pensare che il cucciolo anziché essere stato impiegato come lottatore, “era uno di quei cani da allenamento, una sorta di esca che potesse solo incassare”.
Avendo i valori del sangue bassissimo, i volontari non escludono che il cane potrà avere bisogno di trasfusioni.
Una piccola vita gettata come un rifiuto perché non era più utile. Oltre alla complessa gestione del randagismo in Sicilia, quella dei Pit bull, è una specie di “randagismo parallelo”, derivato dallo sfruttamento di questa razza per scommesse illegali e si tratta di un fenomeno che sottolineano i volontari e gli animalisti necessita di attenzioni particolari non solo per il loro recupero ma anche per la realtà collegata ad organizzazioni criminali.
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