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Cucciolo di orso smarrito ritrova la madre: il commovente ricongiungimento

Cucciolo di orso smarrito ritrova mamma 

Immagini uniche, riprese nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Quelle di un cucciolo che dopo essersi smarrito, trovato vagante lungo una strada è stato recuperato dal personale del Servizio Scientifico e di Sorveglianza del Parco.

Il fatto è accaduto a Ferragosto. Per il personale vi erano due ipotesi, quella dell’abbandono oppure la morte della madre. Lo staff del Parco, in accordo con l’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale (Ispra) e il Ministero dell’Ambiente ha stabilito di mettere in campo le azioni necessarie per favorire il ricongiungimento del cucciolo con la madre. L’esemplare è stato monitorato e poi catturato. Al contempo è stata effettuata la conta delle femmine con i cuccioli.

L’esemplare, un maschio, è stato reinserito nell’area dove erano presenti i nuclei famigliari. E’ stato poi accertato che si era ricongiunto ad un nucleo dove vi erano altri due cuccioli.

A distanza di qualche giorno, i tre cuccioli sono stati sempre osservati insieme alla madre.

Un successo per l’operazione in quanto alcune esperienze internazionali avevano documentato come i gruppi familiari si sono ricongiunti anche dopo 14 giorni dalla separazione così come, sono stati accertati anche  casi di adozione da parte di altre madri.

In ogni caso, rassicura lo staff del parco “se non si fosse associato a nessuna femmina, sarebbe potuto sopravvivere. Infatti, già a partire 6-7 mesi i cuccioli sono considerati autosufficienti da un punto di vista alimentare, ma i pericoli che corrono, senza la madre, sono tanti”.

“Il Parco ha agito in costante contatto con ISPRA e il Ministero dell’Ambiente e il protocollo di intervento è stato definito in collaborazione con gli esperti di ISPRA, riducendo al minimo i contatti degli operatori con il cucciolo per prevenire l’insorgere di comportamenti di confidenza con l’uomo che rappresentano un forte rischio per il successo delle operazioni di recupero di questi animali. Si è inoltre riusciti ad evitare l’anestesia e la marcatura del piccolo, minimizzando così ogni possibile stress”, ha dichiarato ha commentato Piero Genovesi – Responsabile “Servizio per il Coordinamento della Fauna Selvatica” di ISPRA

 

C.D

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