Giovane orso si arrampica sul balcone e conquista la simpatia dei cittadini
Fintanto si parla di animali selvatici, lupi, orsi o cinghiali pericolosi, l’opinione pubblica si divide: “Occhio non vede cuor non duole”. Ma quando al contrario si entra in contatto con queste specie e approcciandosi con l’empatia alla loro dimensione tutto cambia. E’ il caso del giovane orso di Calliano, piccolo comune della provincia autonoma di Trento, che i primi di maggio si è avventurato nel centro abitato, probabilmente in cerca di cibo.
L’orso ha conquistato il cuore di molte cittadini, sorpreso ad arrampicarsi ad un balcone, al primo piano di una palazzina. Le urla dei padroni di casa che lo hanno notato alla finestra, hanno messo in fuga il giovane esemplare che, precipitosamente, si è nuovamente calato dal balcone e un po’ impacciato è finito a terra, con tutto il suo peso. Allarmato dai rumori delle abitazioni, dalle allarmi delle automobili e dai fari intermittenti, l’orso è fuggito lontano dal centro abitato, percorrendo le strade asfaltate.
Diversi residenti hanno ripreso l’orso e i video sono stati anche condivisi dal Primo cittadino, Lorenzo Conci. Poco dopo, i cittadini hanno chiamato il Pronto intervento per accertarsi se l’orso fosse andato via dal paese.
“Eravamo sul divano a guardare la televisione. A un certo punto, saranno passate da poco le dieci e mezza, abbiamo visto la sagoma sul balcone. Aveva una forma troppo strana per essere un uomo e di sicuro pensare a un orso… Invece si è alzato in piedi, ha battuto con il muso sulla finestra e poi l’ha sfondata, voleva entrare”, racconta Deena Ondertoller, proprietaria di casa, al centro della vicenda. “Ci siamo messi a urlare e poi siamo corsi in camera e ci siamo chiusi dentro”, prosegue la donna, spiegando che quella sera aveva cucinato della carbe di manzo e di essersi vissuta un “bello spavento trovarselo davanti al vetro e fermamente intenzionato ad entrare”. Secondo quanto appreso, la Provincia ripagherà i danni alla finestra.
In ogni caso, ammette il compagno della donna, Luca Tezzele, “quando mi è passato accanto un po’ mi sono spaventato ma è stato emozionante”.
“Non si è mai sentito di orsi che frequentino centri abitati come il nostro, che non siamo certo sperduti in alta montagna”, ha commentato il Sindaco Conci.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e la forestale che ha confermato che si trattava di un cucciolo.
Intanto, i video condivisi sui social hanno letteralmente conquistato il cuore degli utenti e l’orso di Calliano è diventata una vera e propria star.
All’indomani di questa vicenda, in molti hanno espresso preoccupazioni per il destino di questi animali, denunciando le incoerenze di un sistema. Prima si reintroducono gli orsi, poi si cacciano e si maltrattano, come nel caso di M49. Da oltre 20 anni, è stato infatti avviato un progetto di reinserimento degli orsi, nel Trentino, nell’ambito di un programma europeo. Tuttavia, considerando il successo dell’iniziativa, sono in molti a chiedere che sia avviato un dibattito sul tema della conservazione e tutela, legato al controllo della popolazione degli esemplari, proprio per evitare una caccia ingiusta alle streghe, così come per i lupi.
Infatti, negli ultimi anni, in alcune aree dove si registra una maggiore presenza di orsi e di lupi, agricoltori e allevatori hanno lamentato danni al settore. Per ovviare, il governo ha stanziato dei finanziamenti per provvedere ai danni provocati da queste specie, sfiorando la strage. Alcuni governatori avevano spinto per un abbattimento selettivo, soprattutto per contenere la popolazione dei lupi, fortunatamente scongiurato.
In una lettera di una cittadina, pubblicata da ladige.it/territori, viene ricordato il tema della tutela delle specie. La cittadina ha ricordato come in passato, per molte specie selvatiche come i daini, scomparsi per la caccia e il bracconaggio, vi era un programma per provvedere alla tutela di queste specie: “Nei boschi del Trentino allora esistevano anche le mangiatoie che periodicamente venivano rifornite, soprattutto in inverno. Nessun animale disturbava anzi era un’attrazione turistica come i koala in Australia. Per questo si erano popolati boschi e pianure ma a differenza dell’Alto Adige e di altre nazioni questi animali dimenticati ora ci danno solo fastidio. Il perché è semplice: sono affamati e diffidenti dell’uomo alpino che vero alpino non è più. Vedi malghe, B&B e rifugi divenuti piccoli alberghi”, denuncia la lettrice, puntando il dito contro le amministrazioni.
“Non sono animalista ma tengo a ricordare che se invitiamo qualcuno a casa nostra non lo trattiamo così. E loro, i nostri ormai non graditi conterranei, lo hanno capito e si regolano come possono: fuggendo e sbranando. È chiaro che ora ci sono molti altri problemi da risolvere e mai risolti, ma questo è l’esempio selvatico di come dimentichiamo le cose! Viadotti, inclusi”, conclude la cittadina che porta in primo piano una tematica importante riguardo la scarsità di cibo, siccità dovuta ai cambiamenti climatici che inducono gli animali a spingersi sempre più verso i centri abitati. Una carenza nei programmi regionali legata alla tutela e conservazione della fauna selvatica e alla riduzione degli habitat.
Guarda i filmati:
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