Per la prima volta nella storia, nel Parco delle Dolomiti Bellunesi un gatto si riproduce. Le immagini catturate ritraggono la mamma con il suo piccolo.
Nel Parco delle Dolomiti Bellunesi per la prima volta si assiste ad una riproduzione di gatto selvatico. Le foto trappola installate nella zona ne hanno accertato la presenza ed è qualcosa di magico. Non era mai successo prima d’ora.
Il gatto selvatico da più anni è divenuto oggetto di studio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e dall’Università Ca’ Foscari Venezia. Grazie a questa collaborazione, adesso, a vivere in questa zona verde ci sono dei gatti selvatici.
È la prima volta che accade una cosa simile. Mai prima d’ora un gatto si era introdotto nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e mai nessuno in questo posto aveva mai assistito ad una nascita. Dunque, le foto trappola hanno catturato delle immagini che segneranno la storia della fauna del posto.
Alcuni di voi lettori si staranno chiedendo come abbia fatto un gatto ad intrufolarsi in un posto simile e per quale motivo ci sia rimasto. Scopriamolo insieme proseguendo la lettura.
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Per conoscere bene la storia di questo gatto dobbiamo fare un viaggio a ritroso fino ad arrivare al 2014. È in questa data che per la prima volta nella storia del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi è stata segnalata la presenza di un gatto selvatico.
Da allora il felino è diventato oggetto di studio e attraverso l’installazione di foto trappole è stato possibile monitorare i suoi movimenti. Ma, fino ad oggi, non erano mai stati raccolti dati sulla sua riproduzione all’interno dei confini del Parco.
Grazie a questo progetto di ricerca è stato aumentato, a partire dallo scorso anno, il numero di foto trappole installate nel territorio e questo ha consentito di rilevare, la prima riproduzione certa di gatto selvatico nel Parco. Nelle immagini catturate si vede la mamma con il cucciolo di gatto.
Il Presidente del Parco, Ennio Vigne, ha affermato: “Le ricerche e i monitoraggi ci consentono di raccogliere informazioni precise e aggiornate sul patrimonio naturale affidato alle cure del Parco, e sono la base sulla quale si fondano le attività di gestione e conservazione”.
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