Quattro dei più grandi felini del mondo sono dei ligri, cuccioli ibridi di una tigre e un leone bianchi: questi meravigliosi esemplari sono davvero rari.
Yeti, Odlin, Sampson e Apolo. Questi i particolari nomi di quattro particolarissimi animali: i ligri. Figli di una tigre bianca e di un leone albino, questi cuccioli sono considerati tra i più rari grandi felini del pianeta. Le peculiarità di questi quattro fratellini però non sono finite qui: si ritiene infatti che Yeti, Odlin, Sampson e Apolo siano i primi ligri bianchi nati al mondo.
Le immagini di quattro rari cuccioli di ligre: i genitori dei felini sono una tigre bianca e un leone albino
Il video che ha per protagonisti i fratellini ibridi figli di un leone e di una tigre è stato condiviso alcuni anni fa sui social network (su YouTube sul profilo di World News & EveryThing AbouT Life all’account @newnewsinworld), ma ancora oggi ha un grandissimo successo tra il pubblico del web.
I genitori dei quattro ligri si chiamano Ivory, un meraviglioso esemplare di leone albino, e Saraswati, una bellissima femmina di tigre bianca. Sia i leoni che le tigri dal manto bianco sono animali estremamente rari tanto che si stima che al mondo ci siano solamente mille e duecento tigri bianche e trecento leoni bianchi.
Ivory, Saraswati e i loro cuccioli vivono al T. I. G. E. R. Myrtle Beach Safari, un parco zoologico statunitense (situato a Myrtle Beach, nella Carolina del Sud), che ha già allevato negli anni passati altri esemplari di ligri. Proprio presso il T. I. G. E. R. è stato allevato Hercules, la tigre bianca più grande del mondo, secondo il Guinness dei primati, con i suoi oltre novecento chilogrammi di peso. Il video condiviso su YouTube risale ai primi mesi di vita dei cuccioli; nella didascalia al filmato si legge che i piccoli felini sono i primi esemplari di ligri del mondo: «Questi adorabili cuccioli possono sembrare carini e senza pretese, ma in realtà sono i più rari della loro specie – e potrebbero crescere fino a diventare i più grandi felini del mondo. I quattro bei cuccioli maschi “liger” sono i primi in assoluto a nascere da un leone maschio bianco e la tigre femmina bianca, rendendoli i grandi felini più unici al mondo».
Gli esemplari di tigre bianca sono ormai estremamente rari e a rischio di estinzione. Purtroppo la maggior parte di queste tigri vive solo in cattività. La Tigre Bianca appartiene alla specie delle tigri del Bengala (nome scientifico Panthera tigris tigris secondo la classificazione di Linneo del 1758), conosciuta anche come tigre reale del Bengala è la più comune e diffusa sottospecie di tigre esistente ed è il secondo felino più grande al mondo dopo la Tigre Siberiana. Il mantello di questi esemplari si presenta di colore bianco con righe nere, grigie o marroni; gli occhi sono solitamente blu, verdi o color ambra mentre il muso è rosa. Il colore chiaro del manto è dovuto al gene responsabile della colorazione che è recessivo; proprio perché si tratta di un difetto genetico in natura le tigri bianche sono estremamente rare. Inoltre per la loro rarità sono state nel corso degli anni vittime della caccia di frodo, fenomeno che ha portato a una riduzione drastica di questi esemplari in tutto il mondo. Lo stesso discorso riguarda i leoni bianchi, dei leoni che si distinguono per la rara colorazione dovuta al polimorfismo genetico. Sono molti comunque i tentativi in atto per reintrodurre in natura questi meravigliosi animali.
I quattro piccoli cuccioli di ligri (o liger) sono davvero speciali. Come racconta lo staff del parco zoologico, questi felini amano nuotare come le tigri e sono socievoli come i leoni. Apolo è il più piccolo dei quattro felini; il suo comportamento è come quello dei gatti domestici: particolarmente dolce e affettuoso, adora le attenzioni e le coccole dei guardiani dello zoo. Yeti è il più esuberante tra i fratelli e il più grande, tanto che i veterinari sono convinti che potrebbe raggiungere le dimensioni della tigre bianca Hercules. Odlin e Sampson hanno una personalità più calma e tranquilla, molto simile a quella dei genitori. (di Elisabetta Guglielmi)