“Csinszka è stata uccisa ma non è morta invano”, è lo slogan delle associazioni animaliste ENPA, IHP, Lega Nazionale per la Difesa del Canee Progetto Islander che hanno dopo la morte della cavalla Csinszka, uccisa in Ungheria perché affetta da anemia infettiva (AIE), nonostante gli appelli rivolte alle autorità italiane e ungheresi e la possibilità offerta di trasferire la cavalla in un centro specializzato per cavalli sieropositivi.
In una nota congiunta, le associazioni hanno ricordato come “ai sensi della Direttiva 2009/156/CE, relativa ai movimenti di equidi tra gli Stati comunitari, vige un generico divieto di trasporto di equidi sieropositivi o affetti da una delle malattie soggette all’obbligo di denuncia, tra cui l’AIE. Gli Stati membri, tuttavia, possono concedere deroghe per consentire i trasporti verso i macelli o verso gli ippodromi. Impensabile, per i nostri governanti, estendere queste deroghe per salvare una volta tanto un animale invece di condannarlo allo sfruttamento o alla morte”.
Viene denunciata anche “l’indifferenza e il cinismo dimostrato dalle autorità ungheresi, abituate da sempre a comportamenti a dir poco discutibili e ai limiti della legalità su tanti aspetti che riguardano gli animali, dal traffico di quelli d’affezione al commercio illegale proprio di cavalli e altri animali destinati al macello”.
Per questo le associazioni coinvolte hanno annunciato che che stanno valutando “attraverso i loro legali, iniziative tese ad accertare eventuali responsabilità legate all’uccisione di Csinszka”.
Al contempo viene sottolineato che “considerando la presunta prudenza mostrata nel non voler far trasferire Csinszka”, invitando le autorità italiane “a prendere in considerazione il divieto di importazione dai paesi dell’Est, e in particolare dall’Ungheria, dei cavalli destinati al macello ed effettuare dei controlli più severi sui tanti capi che arrivano nel nostro Paese clandestinamente”.
Le associazioni intendo portate avanti una battaglia in Europa nel nome di Csinszka per salvare gli altri equidi sieropositivi da una morte immotivata. Viene chiesto che l’Europa prenda atto tra le altre cose di:
- Studi scientifici che hanno dimostrano la non pericolosità dei cavalli sieropositivi all’AIE, nella maggior parte dei casi semplicemente in possesso degli anticorpi a una malattia che può non manifestarsi affatto e che oggi ha un’incidenza irrilevante
- Adottare misure diverse dalla loro uccisione, come ormai da anni avviene in Italia, dove questi animali possono condurre una vita lunga e sana seguendo specifiche indicazioni e sotto controllo sanitario.
Per info clicca #IOSTOCONCINSZKA