Razza uccisa di fronte ai turisti
La mancanza di rispetto per la vita è all’ordine del giorno. Mai e poi mai, durante una vacanza ci si potrebbe aspettare a quanto accaduto a Cala Cipolla, nell’Area Marina Protetta di Capo Spartivento, in Sardegna.
Una povera razza, prossima a dare alla luce tre cuccioli, è stata brutalmente uccisa da un romano di 45 anni.
L’uomo ha agito di fronte allo sguardo di un centinaio di turisti che hanno cercato di fermarlo ma sono stati minacciati a loro volta con il coltello. A quel punto, sono stati chiamati i Carabinieri. Le forze dell’ordine intervenute sul posto sono riuscite a rintracciare l’uomo, denunciandolo per uccisione di animale e minaccia aggravata dall’uso delle armi.
“Avvenimenti come questo sono estremamente preoccupanti”, ha dichiarato Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection.
La Rosati ha ricordato come “questi comportamenti e queste persone sono un pericolo per la società e lo dimostra anche il fatto che l’uomo ha usato il coltello con cui ha ucciso quel povero animale anche per minacciare chi ha provato a intervenire”.
“Uccidere una creatura vivente così, senza alcuno scrupolo, davanti a tante persone è la dimostrazione di una mancanza totale di rispetto per la vita in generale”. Ha aggiunto Rosati.
L’esemplare era prossima a partorire. Infatti, sottolinea Lndc, in questa specie, “le uova vengono incubate e si schiudono all’interno dell’organismo materno e poi i cuccioli vengono partoriti dalla madre in maniera simile a quanto avviene per i mammiferi”.
Di fronte a questo ennesimo caso, la presidente Lndc si è appellata nuovamente ai Ministri Costa e Bonafede affinché sia mantenuto l’impegno per “un inasprimento concreto delle pene per i reati contro gli animali, come chiediamo da tempo.”
L’organizzazione animalista ha deciso di costituirsi parte civile. L’avv. Michele Pezone – Responsabile Diritti Animali LNDC Animal Protection ha infatti spiegato che “ci sono già diverse sentenze che hanno punito condotte di maltrattamento ai danni di animali appartenenti a specie ittiche che rientrano a pieno titolo tra gli animali tutelati dalla L. 189/04”.
Tuttavia, assicura Pezone, “il fatto che si trattasse di una madre che stava per dare alla luce i suoi piccoli rende questo assurdo comportamento ancor più grave per cui chiederemo una condanna esemplare”.
C.D.
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