Crudeltà animali, Kaos: l’eroe d’Amatrice ricordato in tutto il mondo

Crudeltà animali, Kaos: l’eroe d’Amatrice ricordato in tutto il mondo

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Kaos il cane che ha salvato vite dopo il terremoto

“Chi semina il vento, raccoglie la tempesta”, recitava il poeta persiano Nizami Ganjavi del XII secolo.

E’ una questione di tempo per i responsabili che hanno ucciso Kaos. Il cane eroe che ha salvato vite umane dopo i terremoti che hanno colpito il Centro Italia nell’agosto e nell’ottobre del 2016.

Kaos era un splendido pastore tedesco che viveva in simbiosi con il suo padrone Fabiano Ettore a Sant’Eusanio Forconese, in provincia dell’Aquila. E’ stato tra i primi soccorritori ad arrivare ad Amatrice contribuendo a salvare numerose vite umane, sepolte sotto le macerie. Un terremoto che tutti ricordano e che ha fatto 230 vittime. Dopo Amatrice è stato anche a Norcia all’indomani del terremoto in ottobre dello stesso anno.

Kaos è stato ritrovato morto nel giardino di casa. Qualcuno lo ha avvelenato volutamente lo scorso 28 luglio.

“L’ho ritrovato sabato mattina. Non ho parole, non posso capire un’azione così crudele. Alle due di notte era ancora vivo perché l’ho sentito abbaiare”, racconta Fabiano.

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Crudeltà animali

La tragica morte di Kaos è rimbalzata in rete e sui quotidiani. Immediata la condanna da parte delle associazioni animaliste.
Rinaldo Sidoli, responsabile comunicazione di Animalisti Italiani Onlus ha dichiarato che “hanno ucciso un eroe”.
“Per ore ha lavorato contribuendo a scavare tra le macerie. Kaos ha salvato vite umane e gli umani lo hanno avvelenato”.

Sidoli ha poi assicurato che le indagini non si fermeranno fintanto non saranno individuati i responsabili. Il portavoce dell’associazione ha infine ribadito la necessità d’introdurre pene più severe riguardo al maltrattamento e all’uccisione di animali.

Anche la politica è scesa in campo indignata. Ilaria Fontana del Movimento Cinque Stelle ha dichiarato che si tratta di “un fatto inaccettabile e coloro che non rispettano gli animali, pagheranno”, ha chiosato la Fontana.

Un caso che è finito sulle pagine estere di politica internazionale. I maggiori quotidiani britannici, americani, la stampa francese, quella tedesca e spagnola hanno riportato l’orribile crimine.

Ricordando il valore di questo straordinario cane, anche i riflettori sul piano internazionale si accendono sul tema della crudeltà sugli animali.

Un tema ormai diffuso in tutto il mondo che porta ad una più profonda riflessione, a un cambio di paradigma che si basi sulla vita prima di tutto.

Un argomento che deve essere affrontato seriamente. Così come Diesel, il cane morto in Francia in un assalto contro i terroristi, diventato un simbolo della fedeltà del cane, anche Kaos ha il diritto di essere ricordato nel firmamento dei cani eroi.

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Come per Diesel, migliaia di persone in tutto il mondo tramite i social hanno ricordato e twittato con l’hashtag #Kaos.

Una questione etica, di principio, un valore ma anche una lotta contro chi non rispetta la vita di ogni essere vivente anche appartenente ad una specie diverse. Le nostre esistenze sono collegate nel delicato equilibrio della natura.

Kaos vittima d’infarto

Secondo le indiscrezioni, i risultati dell’autopsia smentiscono che il cane sia stato avvelenato. Infatti, sarebbe emerso che il cane sia morto per una patologia acuta, forse cardiaca.

I primi dubbi sulle cause del decesso dell’animale sono giunti all’indomani quando i forestali, durante i sopralluoghi non hanno trovato nessuna traccia di bocconi avvelenati. Come riporta il blog di Guido Minciotti, del Sole24ore, una lettrice veterinaria di Cuneo, su twitter aveva invitato alla prudenza. “Hanno un referto di un’autopsia? Trovare un cane giovane morto improvvisamente in giardino non significa automaticamente avvelenamento”. E’ quanto aveva commentato la veterinaria.

Tuttavia, il padrone del cane, in un’intervista al Il Messaggero, respinge questa ipotesi.

“Non ci credo a questa buffonata. Credo invece che vista la grande risonanza qualcuno tenterà di mettere a tacere la storia”. E’ quanto ha dichiarato il giovane addestratore spiegando che “hanno sequestrato la salma di Kaos in un batter d’occhio e, poi, dopo 48 ore, è stato imposto il silenzio assoluto”.

“Quando ho visto il cane riverso ho pensato subito all’avvelenamento, senza farmi condizionare dal dolore che stavo provando. Ci ho riflettuto con attenzione e razionalità. Su Facebook posso scrivere ciò che voglio, anche d’istinto o di rabbia, ma dopo ho sempre parlato di presunto avvelenamento per il 99 per cento delle possibilità”. Ha poi aggiunto l’uomo, piuttosto dubbioso sui risultati dell’autopsia.

“Mi pare strano che si conoscano i risultati degli esami in così breve tempo: il cane è partito da qui alle 7 e alle 9 già sapevo che erano state eseguite le lastre. Anche per le analisi anti-veleno occorrono tempi lunghissimi. Alla fine, vedrete, diranno che è morto cadendo dal balcone”.

I titoli della stampa estera su Kaos

Il video omaggio di Animalisti Italiani Onlus

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