Crudeltà a Palermo: cane di razza Pit bull incatenato e bruciato vivo

Crudeltà a Palermo: cane di razza Pit bull incatenato e bruciato vivo

Hanno assistito alla sua morte, senza poter far nulla per salvarlo. E’ la drammatica testimonianza di chi ha cercato d’intervenire.

crudeltà animali
Cane dato alle fiamme a Palermo

“Mi chiamano in piena notte. Un povero pit dato alle fiamme in provincia di Palermo. Neanche il tempo di vestirmi e lui o lei non respiravano più”, scrive una volontaria, pubblicando un post raccapricciante, con una fotografia straziante. Nel messaggio viene spiegato che due ragazzi che hanno assistito alla scena si sono ustionati nel tentativo di liberare il povero animale. “Guaiva e si lamentava come un bambino”, riferiscono i testimoni. Purtroppo, era troppo tardi. Sul posto si sono presentati anche i vigli del fuoco, i veterinari della Asl e del canile di Trabia ma non hanno potuto fare nulla prima dell’arrivo dei carabinieri.

L’episodio si è verificato di notte, attorno alla mezzanotte. Qualcuno ha notato del fumo e poco dopo dei lamenti. Il povero animale era stato legato con una catena ad un rottame e poi dato alle fiamme. Si dimenava, disperato. S

Sul posto, si è presentata anche una volontaria, Arianna Faddetta, vice delegata Oipa che ha commentato: “E’ una scena che non potrò mai più togliermi dalla testa. Quando sono arrivate le primissime persone lui era ancora vivo, respirava. Ma le autorità presenti sul posto non hanno permesso di intervenire in alcun modo, neanche a fiamme spente, per tentare di liberarlo e portarlo in una clinica. Gli hanno negato ogni possibilità, in una sorta di complicità paradossale con chi lo ha bruciato vivo”.

Quello che è emerge è un rimbalzo di colpe. Nonostante le fiamme fossero spente, non è stato permesso ai volontari di intervenire e di portare il cane in clinica, prima dell’arrivo dei carabinieri. “C’ho messo circa un’ora per rintracciarli io stessa, quando sono arrivati sul posto il pit bull era ormai morto”, commenta con rammarico Faddetta.

Il cane ha un microchip e forse sarà possibile risalire al padrone. A poco distanza è stata trovata una pitbull femmina, terrorizzata. I due cani erano stati visti assieme, e forse appartengono alla stessa persona. visto e, purtroppo, anche un senso di impotenza che è difficile da scacciare via.

«È inaccettabile che accada una cosa del genere nel 2019. Come associazione ci costituiremo parte civile, non solo per denunciare questo atto vile ma anche tutte le inadempienze che ne sono seguite”, esorta la delegata, ricordando che si tratta di un atto volontario.

“Lui era legato, è stato tutto premeditato, qualcuno ha voluto che lui morisse fra atroci sofferenze. Continuo a ripetermi che se le autorità fossero intervenute prima, questo pit bull avrebbe avuto una possibilità, per quanto piccola. Ma gli inspiegabili ritardi e i paradossi della competenza di intervento non lo hanno permesso, purtroppo non è la prima volta che assistiamo a queste cose a Palermo. Questo fa più rabbia, che nonostante le nostre continue lotte e denunce non cambia mai nulla qui, restiamo fermi”-

Un cane condannato e un gesto al quale è difficile trovare una definizione.

“Non so dove andremo a finire. Ormai ho smarrito ogni parola contro questa società brutale, infame, meschina”, ha invece commentato Salvatore Libero Barone, noto attivista e animalista a Palermo. .

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C.D.

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