A causa del Coronavirus, decina di migliaia di animali domestici rischiano di morire di fame per le città messe in quarantena dall’esercito in Cina
Uno scenario da film apocalittici che narrano le peggiori epidemie di virus riducendo le intere comunità a vivere isolate in quarantena. L’ambientazione di un film in stile “Io sono leggenda” è la realtà che stanno vivendo migliaia di persone residenti in alcune città della Cina dove l’esercito ha messo in quarantena intere comunità per contenere la diffusione del coronavirus.
La situazione è preoccupante. Il virus ha ucciso 492 persone e infettato 23mila persone in 26 paesi dopo la sua comparsa nella città di Wuhan, nel mese di dicembre 2019. Dopo un mese, il 23 gennaio, il governo ha deciso di isolare la città, mettendo in quarantena gli abitanti, impedendo in questo modo di far propagare il virus.
Wuhan è il capoluogo della provincia di Hubei, nella Cina Centrale. Polo commerciale attraversato da due importanti fiumi, il Fiume Azzurro e il Fiume Han e conta oltre 11 milioni di residenti.
Quello che è accaduto è che quando l’esercito ha circondato la città, mettendola in quarantena, ben 5 milioni di persone erano in vacanza o in viaggio per la festa della Nuova Luna, il nuovo anno cinese. Questa parte della popolazione non è potuta rientrare a casa.
Un dramma per milioni di persone ma anche per gli animali domestici.
L’allarme arriva dalle organizzazioni animaliste locali. Oltre 50mila animali domestici appartenenti ai residenti che non sono riusciti a tornare a casa, rischiano di morire a Wuhan non a causa del virus ma di fame e di sete.
Secondo quanto riporta l’agenzia stampa Reuters, una volontaria militante animalista, nota come “Lao Mao” (Vecchia gatta) è stata contattata da diversi proprietari di animali, disperati perché rimasti fuori dalla città, affinché si prendesse cura dei loro animali. Lao Mao ha stimato che vi sarebbero circa 50 mila animali intrappolati nella città che rischiano di morire di fame.
Il presidente di un’associazione animalista locale, Du Fan, ha dichiarato che “se non prestiamo aiuto, i proprietari al loro ritorno troveranno carcasse di cani e gatti in decomposizione nelle loro case”.
Dai dati ufficiali, vi sarebbero 600 mila cani e 800 mila gatti in ben 700 mila famiglia a Wuhan.
L’allarme Coronavirus è drammatico e ha delle conseguenze non solo a Wuhan. Infatti, stando a quanto dichiara la Humane Society International HSI, che si occupa di tutela degli animali, le autorità di alcune città strategiche come Pechino. Tianjin, Shandong, Heilongjiang, Hubei, Wuhan, Shanxi e Shanghai, hanno ordinato l’abbattimento degli esemplari randagi per timore diffusione del virus.
Tutto questo, senza che vi siano prove certe sulla diffusione del virus negli animali. L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) non ha confermato infatti che cani e gatti possono essere infettati. La HSI ha resto noto che gli animali non sono a rischio eppure si sta compiendo una vera e propria strage di randagi per le strade in Cina.
C.D.
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