Ennesimo incoraggiamento ai bracconieri quello della Lombardia: la proposta di legge necessita dell’abolizione.
I piccoli uccelli migratori protagonisti dei piatti tipici lombardi sono mira di una nuova minaccia: la proposta di legge avanzata per aggirare il divieto di vendita della selvaggina preesistente, consentirà ai cacciatori di distribuire gratuitamente a ristoranti trattorie e sagre, gli esemplari uccisi durante la caccia. Da sempre si è tristemente consapevoli che la regione in questione è la principale promotrice del traffico di esemplari o di uccisioni di specie protette durante la caccia. Questa nuova legge è un ulteriore passo indietro ad una situazione già precaria.
Un pericoloso “regalo” ai bracconieri: nuova legge in Lombardia
WWF, ENPA e altre associazioni affermano come questa nuova proposta sia soltanto un’escamotage per dissimulare la creazione di una scappatoia che permetterebbe di perpetuare crimini come la vendita di esemplari protetti e il traffico di uccelli morti. Crea oltretutto la possibilità che si venga a creare con questi presupposti una rete di commercio illegale, a danno degli imprenditori oltre che delle autorità addette al controllo del settore.
Ti potrebbe interessare anche >>> Cani da terapia: gli occhi di chi non giudica e ti aiuta con un carezza
Possiamo considerare la proposta anche come rischio, un concreto pericolo di diminuzione della biodiversità nella zona, già danneggiata a causa della frequenza con la quale avviene già da tempo la caccia di certi esemplari.
Ti potrebbe interessare anche >>> Superato il record del cane vivente più anziano: ha ben 22 anni
Lo stesso giorno in cui questa nuova proposta è stata avanzata, a firma dello stesso consigliere regionale, un’altra legge è stata invece approvata: l’abolizione dei richiami vivi, una triste pratica utilizzata dai bracconieri per attirare nuove specie tramite l’utilizzo del richiamo di un uccello in vita precedentemente catturato. Se si pensava si fosse fatto un passo avanti con la nuova legge ne vengono fatti due indietro. In questa Regione è una prerogativa culturale quella della caccia, per la quale vengono usati metodi “tradizionali“, un’abitudine così radicata ma che necessita di essere estirpata, per salvaguardare soprattutto questi piccoli esemplari destinati al mercato della ristorazione.
Le associazioni continuano a parlare, sottolineando quanto già l’Italia come paese sia sotto il mirino Europeo da tempo a causa della comune pratica, che vede gli uccelli selvatici come vittime. È irragionevole continuare ad emanare leggi, che remano nella direzione contraria della strada verso la preservazione della biodiversità. Il sistema normativo dovrebbe essere repressivo e riformatore in questi settori, invece viene adeguato alle necessità elettorale di preservare settori come quello della caccia e delle armi, che non dovrebbero essere incoraggiati bensì aboliti: l’Italia rischia pesanti procedure di infrazione e il governo dovrebbe intervenire, salvaguardando il paese, concludono le associazioni, non preservando le esigenze di pochi. (Beatrice Croce)