Nei giorni scorsi, vi abbiamo parlato della coincidenza ha salvato la vita a due coniglie, gettate via come se fossero immondizia dall’auto in corsa, nascoste in un sacchetto. Infatti, a ritrovarseli davanti è stata una volontaria dell’OIPA, che passava casualmente da lì. La donna, all’improvviso, ha visto volare davanti ai propri occhi una busta. All’interno, c’erano appunto le due coniglie, ribattezzate Nina e Sofia.
Arriva ora un’altra drammatica notizia riguardante un coniglio, rapito tra Sesto San Giovanni e Milano, nella casa dell’ex casello ferroviario. La vicenda è raccontata dal portale lamartesana.it. L’animale, chiamato Ninin, era accudito da Rosa, una donna di 87 anni. A rapirlo, è stato un gruppo di cinque ragazzi, che hanno agito davanti ai suoi occhi.
Nonna Rosa ha raccontato quei drammatici momenti: “Sono venuti con gabbie e reti. Sembrava dovessero prendere un leone. Mi hanno minacciato di chiamare i vigli, io gli ho detto di chiamarli pure. Il coniglio viveva con me da quattro anni. Loro dicevano di essere di un’associazione di animalisti. Non hanno detto il nome. Io ero in casa da sola e se ne sono approfittati. Mio figlio era al lavoro e la badante c’è solo per qualche ora al giorno. Ho avuto paura e alla fine gli ho lasciato portare via il mio Ninin”.
“Mi hanno detto che deve vivere in comunità e non da solo, che sbagliavo a dargli da mangiare, ma io sono cresciuta in Toscana e mio padre allevava conigli. Poi hanno detto che non era vaccinato, mi sono offerta di pagare la vaccinazione. Ma nulla. Si sono portati via il mio Ninin”, ha proseguito l’87enne.
Alla sua testimonianza, si aggiunge quella dei vicini, che hanno parlato di ragazzi molto giovani che già in due occasioni avevano tentato il rapimento. Dicono i vicini di casa di Rosa: “Abbiamo sentito Rosa urlare, ma quando siamo accorsi stavano già caricando il coniglio su un furgoncino su cui c’erano anche altri animali. Non abbiamo avuto il tempo di intervenire. Pensavamo che avessero lasciato un foglio, un verbale, un recapito. Invece nulla. Com’è possibile che qualcuno si introduca in una proprietà privata e faccia questo senza qualificarsi?”
Ninin e Rosa vivono insieme da quattro anni, da quando lei lo aveva salvato da un gruppo di persone straniere che lo inseguivano. “Era come un cagnolino, bastava fischiare e veniva al cancello, era l’attrazione del rione”, spiega ancora Rosa. Quindi aggiunge: “Mi seguiva dappertutto, in questi pomeriggi di sole, stava con me in giardino, io mi sedevo e lui si accucciava vicino ai miei piedi. Era una compagnia. In quattro anni abbiamo imparato a conoscerci io e Ninin, a volerci bene. Spero che dove sia ora stia bene. A lui non piacciono le carote, ma il pane fresco bagnato nell’acqua”. Infine lancia un appello “Speriamo, vorrei tanto che tornasse. Se qualcuno sa qualcosa che mi faccia sapere come sta. O che me lo riporti, il mio Ninin!”.
GM
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