Proposta shock lanciata sui social da un veterinario: un congedo retribuito al padrone quando muore il suo animale domestico.
L’autore di questa proposta è molto noto sul web grazie al suo canale di medicina veterinaria, e ha sicuramente una voce autorevole in materia di animali. Ma stavolta ha lanciato una proposta apposta per smuovere le coscienze dei datori di lavoro di coloro che vivono con un Pey: infatti l’intento del dottor Andrew Jones è proprio quello di far riconoscere un congedo retribuito al padrone quando muore il suo animale domestico. Si tratta di un gesto necessario per riconoscere dignità all’evento e permettere all’umano di elaborare quello che è, a tutti gli effetti, un lutto.
Se pensiamo al lutto che colpisce una persona quando muore un familiare ci si accorge che le persone, la società e il mondo del lavoro riconoscono la perdita non solo con varie dimostrazioni di affetto e vicinanza ma anche con un periodo di congedo lavorativo, che non andrà a penalizzare la retribuzione. Infatti ogni datore di lavoro sa bene che, in casi del genere, il suo dipendente avrà diritto a dei giorni pagati per l’organizzazione del funerale o semplicemente per elaborare il lutto.
Solo chi vive con un animale domestico sa bene che, quando questo muore, nulla potrà essere più come prima in casa per lui e per tutti i componenti della sua famiglia: è dunque ‘mostruoso’ essere costretti ad andare al lavoro ugualmente senza avere tempo a sufficienza per elaborare il lutto o sbrigare le faccende inerenti alla sepoltura o alla cremazione del povero Pet.
Di sicuro non basterebbero neppure quei giorni di congedo retribuito, che il dottor Andrew Jones chiede a gran voce nella sua proposta, per essere di nuovo mentalmente pronti a dire addio al proprio animale, ma di sicuro potrebbero far comodo per questioni logistiche. Ma non solo: il gesto da parte dei datori di lavoro avrebbe un significato anche etico, morale di riconoscimento della morte di un membro importante della famiglia, alla stregua di tutti gli altri. Anche la società probabilmente inizierebbe a pensare che ‘Non è solo morto un cane (o un gatto)’, ma si è perso un componente importante della propria vita familiare.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema >>> Un nuovo amore? Quando e se adottare un altro gatto dopo la morte del primo
Come era prevedibile, questa proposta ha incontrato il favore dei followers dei vari canali social del dottor Jones, il quale ha confessato in prima persona di non aver ancora ‘superato’ del tutto la morte del suo amato micio. Infatti le storie dei vari padroni che raccontano della loro perdita e che sono stati costretti a tornare al lavoro il giorno successivo di sicuro toccano il cuore.
Emotivamente si rimane devastati, poiché non si è davvero consapevoli dei diritti negati quando muore un cane o un gatto, quindi sarebbe anche produttivo avere qualche giorno retribuito per elaborare il proprio stato d’animo senza avere l’angoscia di tornare al lavoro meramente per questioni economiche.
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