Due grandi condor cercano di attaccare un cane barboncino sul balcone
Il lockdown introdotto dai governi in tutto il mondo per far fronte all’emergenza sanitaria della pandemia da Covid-19, ha portato a una chiusura delle attività e a limitare gli spostamenti dei cittadini. Dopo pochi giorni dal blocco, si è verificato un fenomeno straordinario che ha riportato gli animali selvatici nelle città. Che siano i delfini tra i canali di Venezia, le papere con i loro pulcini sui marciapiedi del lungotevere o le anatre germane nella fontana di Piazza di Spagna, molte specie animali si sono riappropriate degli spazi urbani come cervi, lupi o cinghiali dimostrando come per la natura siano sufficienti pochi giorni per riconquistare un habitat che l’uomo ha depredato.
All’indomani della chiusura sono circolati in rete numerosi video con protagonisti questi bellissimi animali. Tra questi, spunta una ripresa singolare dal Cile. Tutto il paese è chiuso per la pandemia e anche in questo caso, gli animali tornano a riprendere gli spazi.
Tuttavia, nessuno si sarebbe mai aspettato che anche i grandi condor si sarebbero spinti fino alle grandi città. Secondo quando riferito, in un palazzo della zona residenziale di Las Condes, a Santiago del Cile, la proprietaria di un appartamento, Gabriela Leonardi, si è trovata due grossi condor affacciati al suo balcone, in cerca di cibo.
I due grossi volatili sono stati probabilmente attratti dal cagnolino di casa, un adorabile barboncino bianco. Tra le varie ipotesi che stanno spingendo questi grandi rapaci nelle città è la scarsità di cibo. Con la chiusura del traffico, sono diminuiti anche gli incidenti stradali con gli animali le cui carcasse sono il piatto prelibato dei condor. Questi volatili si sono sentiti pertanto anche più sicuri nell’avvicinarsi alle città, trovando le strade vuote.
Le immagini condivise sui social sono impressionanti. Si può notare la dimensione del condor che apre le ali per minacciare il barboncino, fortunatamente protetto da una bella vetrata. Dal canto suo, il cane abbaia per difesa.
Un raro incontro ravvicinato. Senza la chiusura delle attività, probabilmente non si sarebbe potuto verificare. I condor si nutrono di carogne e di carcasse. Negli ultimi anni si avvicinano anche ai rifiuti degli umani, rovistando tra i cassonetti. Per aiutare questa specie, alcuni cittadini e molti residenti stanno ora lasciando del cibo e dell’acqua. Tuttavia, gli esperti non sono d’accordo, sottolineando che in questo modo si abituano i condor a vivere negli spazi urbani e a diventare dipendenti delle persone.
Ogni anno, le associazioni e le organizzazioni che si occupano di turismo ecosostenibile ricordano di mantenere le distanze di sicurezza e di non dare da mangiare alle specie selvatiche. Si tratta in realtà di un comportamento con il quale tutelare questi animali e il loro benessere, rispettando le loro specifiche etologiche.
Se viene dato da mangiare agli animali selvatici questi perdono l’abitudine di cacciare e procurarsi del cibo. Solo in poche circostanze può essere dato del cibo, come nelle stagioni invernali quando c’è carenza o di siccità, fornendo acqua. In questi casi, si lascia il mangiare o l’acqua in luoghi naturali, appartati, lontani dai luoghi di passaggio. Evitare in questi casi, la presenza umana alla quale gli animali selvatici potrebbero abituarsi alle persone e di conseguenza iniziare a fidarsi, esponendoli a rischio dei cacciatori o bracconieri o persone malintenzionate.
La prossimità con le specie selvatiche può anche essere veicolo di trasmissione di malattie agli animali domestici o addirittura espone l’uomo a zoonosi, malattie trasmesse dagli animali all’uomo come la rabbia ancora presente in alcuni paesi.
Evitare pertanto di mettere l’animale in una condizione di dipendenza che crea danni ed espone questi animali a tropi pericoli.
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C.D.
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