Mercoledì mattina il tribunale di Ivrea si è espresso a sfavore di un uomo residente a Mazzè, in provincia di Torino, accusato di aver massacrato il proprio cane in circostanze terribili. L’autore dell’ignobile gesto lavorava come operaio presso una ditta locale ma aveva finito col perdere il posto, e non aveva trovato di meglio per sfogare tutta la propria frustrazione se non accanirsi contro il malcapitato quattrozampe, colpevole solamente di stargli davanti. Il povero cane aveva dovuto subire una tremenda aggressione, con la propria gola tagliata e numerose martellate ricevute dall’aguzzino, il quale si è difeso dicendo di aver agito in questo modo per sopperire al suo impellente bisogno di “sfogare lo stress”. Era stato un vicino dell’operaio, incuriosito dai gemiti e dai guaiti dell’animale divenuti molto rumorosi, a lanciare l’allarme e finendo con l’avvisare i Carabinieri della locale stazione di quanto stesse succedendo.
Ben presto si è venuto a sapere del fatto e numerose associazioni animaliste hanno deciso di farsi sentire in maniera veemente contro questo incredibile atto di barbarie. Il responsabile ha ricevuto una condanna a quattro mesi di reclusione, ma secondo gli attivisti animalisti la pena è troppo lieve per un reato del genere, che ha visto la morte di un cane innocente senza alcun motivo ed attraverso dei gesti di una brutalità inaudita. Purtroppo episodi simili avvengono con una frequenza molto più elevata rispetto a quanto ci si possa aspettare, e spesso le motivazioni, quando ci sono, sono assurde: vedere per credere la storia di quest’uomo dell’Oklahoma, capace di fare qualcosa di aberrante.
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