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Condannati all’eutanasia 90 esemplari di pseudorche: ecco cosa sta succedendo

Novanta esemplari di pseudorche sono state condannate all’eutanasia: ecco che cosa sta succedendo e perché è stata presa questa decisione. 

Condannate all’eutanasia le pseudorche spiaggiate (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Un evento drammatico si è verificato sulle coste della Tasmania. Nella serata di martedì 18 febbraio oltre 150 pseudorche (cetacei noti con il nome scientifico di Pseudorca crassidens) sono state trovate arenate vicino al fiume Arthur, lungo la costa occidentale dell’isola australiana. Durante la notte, sessanta esemplari sono deceduti. I soccorritori hanno tentato di riportare in mare almeno due animali, ma le condizioni marine avverse non hanno permesso di riuscire nell’impresa. Dopo il tentativo fallito, i soccorritori hanno deciso che l’unica soluzione possibile per i 90 esemplari rimasti ancora in vita fosse l’eutanasia.

Spiaggiati 90 esemplari di pseudorche sulle coste della Tasmania

La decisione di sopprimere i 90 esemplari ancora vivi del banco di 157 cetacei spiaggiati in Tasmania è stata presa dalle autorità sulla base della valutazione veterinaria. La scelta è volta a minimizzare le sofferenze degli animali, impossibilitati a tornare in mare a causa delle condizioni oceaniche proibitive. Dopo ore di esposizione agli agenti atmosferici, i cetacei apparivano disorientati e in stato di forte stress. Lo studioso Carlyon, evidenziando la difficoltà tecnica di intervenire su organismi che possono pesare fino a tre tonnellate, ha spiegato che “la soppressione di un animale di queste dimensioni non è un’operazione semplice”.

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“È estremamente difficile farli passare oltre la risacca, tendono a tornare verso la spiaggia”. Così ha spiegato Shelley Graham del Tasmania Parks & Wildlife Service. In simili operazioni di salvataggio, spesso vengono impiegati macchinari per trasportare gli animali verso acque più profonde. La posizione isolata dello spiaggiamento ha reso invece impossibile questa strategia.

Condannati all’eutanasia 90 esemplari di pseudorche: ecco cosa sta succedendo (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Mentre gli esperti continuano a indagare sulle cause di questo evento drammatico, la comunità scientifica rimane impegnata nella ricerca di strategie più efficaci per affrontare simili emergenze in futuro. L’episodio riporta alla memoria un evento analogo avvenuto nel 1974, ma le cause di questi fenomeni restano in gran parte un mistero. Nel giugno 1974, tra 160 e 170 esemplari di pseudorche venne trovato arenato sulla spiaggia di Black River, nel nord della Tasmania. Secondo gli esperti, un singolo individuo disorientato potrebbe aver involontariamente trascinato l’intero branco verso la costa.

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La pseudorca (classificata dal naturalista Owen nel 1846) è un cetaceo odontoceto appartenente alla famiglia dei Delfinidi. Questi cetacei condividono alcune caratteristiche in comune con l’orca (Orcinus orca), tra cui la propensione a uccidere altri cetacei. La pseudorca è un cetaceo socievole che vive in branchi grandi fino a 300 esemplari. La pseudorca è la terza specie più grande della famiglia dei Delphinidae dopo l’orca e il globicefalo con una lunghezza che arriva a 6 metri e un peso di una tonnellata e mezza. Caratterizzata da arcate di denti robusti e da pinne lunghe e appuntite, la pseudorca ha una colorazione tra il grigio e il nero. L’areale di diffusione è quello delle acque temperate e tropicali di tutto il mondo, principalmente in acque profonde.

Lungo le coste della Tasmania le pseudorche spiaggiate (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Le orche (note con il nome scientifico di Orcinus orca secondo la classificazione tassonomica di Linneo del 1758) sono mammiferi marini appartenenti alla famiglia dei delfinidi (cetacei odontoceti). Vivono in tutti i mari e in tutti gli oceani del mondo, dalle fredde regioni artiche e antartiche, fino ai mari tropicali, anche se preferiscono le acque fredde sia artiche che antartiche; sono considerate dei superpredatori in quanto si trovano all’apice della piramide alimentare.

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Secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura (conosciuta con l’acronimo di IUCN dall’inglese International Union for the Conservation of Nature), alcune popolazioni locali di orche sono però considerate una specie minacciata e in pericolo a causa della distruzione del loro habitat, dell’inquinamento, della pesca e della cattura per il loro utilizzo nei parchi marini (soprattutto negli anni Sessanta e Settanta dello scorso secolo). Le orche sono mammiferi sociali, che trascorrono tutta la vita insieme ai loro simili.

Strage di cetacei in Tasmania, eutanasia per 90 esemplari (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Le pseudorche richiamano per alcune caratteristiche cetacei come le focene. Queste ultime sono Odontoceti, cetacei appartenenti alla famiglia degli Phocoenidae; spesso erroneamente scambiate con i delfini, si differenziano da questi ultimi per la presenza dei denti appiattiti a forma di spatola, diversi dai denti conici dei delfini.

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Le focene si suddividono in otto specie, anche se la più conosciuta è la focena comune o marsovino (nota secondo la classificazione tassonomica di Linneo del 1758 con il nome scientifico di Phocoena phocoena), presente in tutto l’emisfero settentrionale e uno dei più piccoli mammiferi oceanici.

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Non solo le balene e le orche sono catalogate sulla Lista rossa. Sfortunatamente, sono molte le specie marine a rischio a causa dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e della pesca, e i pesci come gli squali sono tra queste. Gli agenti inquinanti e le emissioni di CO2 secondo recenti studi porteranno infatti la Terra a perdere più di un decimo del suo patrimonio vegetale e animale e all’estinzione di una specie vivente su dieci. Per questo motivo assume grandissima importanza la salvaguardia degli oceani e del Pianeta. (di Elisabetta Guglielmi)

Elisabetta Guglielmi

Conseguita a pieni voti la maturità scientifica, ho intrapreso una carriera umanistica. Ho una laurea triennale in Lettere moderne e due lauree magistrali in Filologia moderna e in Editoria e scrittura; ho un master di Editoria, giornalismo e management culturale. Sono appassionata di scrittura, lettura, disegno e viaggi, e naturalmente di natura e animali. Sono giornalista pubblicista.

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